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Primi segnali di distensione tra Ucraina e Russia dopo il ritiro delle truppe, Borrell: “necessarie delle verifiche”

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Primi segnali di distensione tra Ucraina e Russia dopo giorni in cui la guerra sembrava inevitabile. Mosca ha annunciato la fine delle esercitazioni militari nella Crimea, dove il dispiegamento di truppe aveva alimentato la paura di un’invasione dell’Ucraina. “Le unità del distretto militare meridionale, dopo aver completato la loro partecipazione alle esercitazioni tattiche, si stanno spostando verso i loro punti di schieramento permanente”, ha affermato il ministero della Difesa in un comunicato. Allo stesso tempo, la tv di Stato ha trasmesso le immagini di alcune unità militari che attraversavano un ponte che collega la penisola controllata dalla Russia alla terraferma.

Cautela da parte di Josep Borrell. L’Alto Rappresentante dell’Unione, di fronte all’annucio del ritiro ha predicato cautela, sottolineando che sono prima necessarie alcune verifiche. Commentando la notizia ai microfoni di radio France Inter, ha aggiunto: “se fosse vero, senza dubbio” sarebbe un segnale di distensione.

Notizia da prendere con le pinze anche per il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace: “prendiamo la Russia in parola, ma giudicheremo Mosca per le sue azioni”, ha dichiarato a Sky News. Al momento, ha aggiunto il ministro, “non abbiamo alcuna prova del ritiro delle truppe russe” dal confine. “In caso di ogni ulteriore aggressione della Russia contro l’Ucraina, la Commissione europea è pronta a rispondere e imporre costi severi e immediati alla Russia, con un pacchetto di sanzioni solido e completo”, ha aggiunto il premier britannico, Boris Johnson.

Anche l’Unione europea plaude alla notizia, ma si dice sempre “pronta a reagire su due fronti all’eventuale attacco all’Ucraina da parte della Russia”. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha esposto la sua strategia alla stampa. Da un lato è pronto “un pacchetto solido di sanzioni, senza precedenti, che metterà la massima pressione all’economia russa”, dall’altro, c’è un “piano per garantire la fornitura di gas all’Unione europea” se Mosca, per ritorsione, dovesse chiudere i suoi rubinetti.

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