ART News

Agenzia Stampa per emittenti radiofoniche

Protesta in diverse città per il ddl Zan. Zaki dal carcere: “Uno schiaffo per i diritti umani”

2 min read

Nel giorno in cui in diverse città molti cittadini italiani sono scesi in piazza per protestare contro la bocciatura del ddl Zan interviene sulla questione anche Patrick Zaki. Incontrando i suoi genitori nel carcere di Tora, in Egitto, lo studente dell’Alma Mater di Bologna, ha espresso la sua amarezza per quanto accaduto in Senato. “E’ uno schiaffo – ha detto – a chi crede nel progresso dei diritti umani”.

Gli attivisti della campagna “Patrick libero” hanno pubblicato le sue parole sui loro canali social. “Ho sentito un grosso peso sul petto sentendo la bocciatura di una legge che protegge le minoranze di genere da parte del Parlamento italiano” descrivendo la decisione come “Uno schiaffo a tutti coloro che credono che abbiamo raggiunto una fase progressista quando si tratta di diritti umani, perché ora dobbiamo lavorare più duramente che mai”. Infine ha aggiunto: “Mando amore e desiderio alla mia Università di Bologna, orgogliosa di appartenere al faro della progressione e del mondo accademico in Italia, la città di Bologna”

Nel post su Fb gli attivisti non nascondo la preoccupazione per Patrick. “Dal suo arrivo alla prigione di Tora, Patrick deve ora affrontare una nuova situazione non ordinaria alla quale non siamo abituati. Dalla sua ultima udienza, le forme di comunicazione di Patrick con il mondo esterno, le lettere che rilascia per rassicurare i suoi cari in patria e all’estero sono state impedite. Questo tipo di situazione riflette ciò che Patrick subisce recentemente dalle autorità egiziane, che è iniziato con il suo rinvio a un tribunale per processi eccezionali da parte della Sicurezza dello Stato di emergenza. Una sorta di tribunale processuale la cui decisione non può essere ribaltata né appellata, poco prima che il regime egiziano abolisse lo stato di emergenza in tutto il paese. Tale decisione implica una vendetta sulla persona di Patrick”.

Ieri Alessandro Zan promotore e primo firmatario del ddl, ha preso parte alla manifestazione di Cagliari. Il deputato del Pd è comparso in cima alle scale del T Hotel, urlando lo stesso slogan delle circa mille persone che hanno partecipato alla protesta: “Bregungia”, vergogna in lingua sarda.

Le parole di Zan: “Abbiamo assistito a uno sgangherato e cafone applauso, quelle urla non ci rappresentano: non rappresentano il Paese reale, l’Italia migliore e la volontà delle nuove generazioni”, ha detto Zan riferendosi ai festeggiamenti dai banchi del centrodestra in Senato dopo che la legge è stata decapitata con la “tagliola”, tra l’altro con voto segreto.
“Abbiamo subito una battuta d’arresto ma la strada è ancora lunga. Non possiamo essere discriminati per quello che siamo. L’applauso è una scena vergognosa, può avere delle ricadute sulla società perché manda un segnale negativo. Per questo sono importanti tutti i mezzi, a partire dalla legge di iniziativa popolare, per dire che non ci fermeremo. Non vogliamo che il nostro Paese sia quella cosa lì in Senato”.

Autore