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Rapporto Svimez: il Sud in recessione, sempre più giovani all’estero

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Il 2019 vede il Sud entrare in “recessione”, con un Pil stimato in calo dello 0,2%, a fronte del +0,3% del Centro-Nord. E’ quanto emerge da un Rapporto di Svimez che segnala per il 2020 una “debole ripresa” con il Mezzogiorno che crescerà non oltre lo 0,2%. Lo studio evidenzia poi che si è allargato di nuovo il gap occupazionale tra Sud e Centro-Nord e che i posti di lavoro da creare per colmare il divario sono 3 milioni.

L’allarme è accolto dal premier Giuseppe Conte che osserva che “la crisi occupazionale è un’emergenza nazionale” ma avverte che “se riparte il Sud, riparte l’Italia” e annuncia che “a fine anno sarà varato il piano per il Mezzogiorno”. Il Mezzogiorno detiene anche il triste record della povertà assoluta: nel 2017 le famiglie in questa condizione erano 845 mila, l’anno dopo, grazie all’impatto del reddito di cittadinanza, erano scese a 822 mila. L’incidenza è scesa dal 10,3 al 10 per cento, rimanendo però comunque doppia rispetto al 5,6 per cento del Centro Nord.

Non va meglio sul fronte giovanile: dal 2000 in poi hanno lasciato il Sud ben 2 milioni e 15 mila residenti, la metà dei quali giovani. La nuova migrazione, evidenzia il Rapporto, riguarda molti laureati e più in generale i ragazzi con elevati livelli di istruzione, molti dei quali non tornano più. Un’analisi che, osserva il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, “è la radiografia di una frattura profonda, trascurata in decenni di investimenti pubblici per il Mezzogiorno” ma che non deve “indurre allo scoraggiamento”, deve anzi “spingere a un impegno ancora maggiore che deve investire l’intero governo, a un’urgenza condivisa”.

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