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Rassegna: Ancelotti al Real sposta gli equilibri del mercato europeo. Milan, la linea è ormai segnata. Gravina, sogni e determinazione.

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Rassegna stampa di mercoledì 2 giugno, festa della Repubblica italiana ma intanto nelle rispettive sedi si continua a lavorare costantemente. Ci sono gli Europei di calcio con le 26 convocazioni da parte di Mancini, c’è il calciomercato con il Milan impegnato su più fronti metre Inter, Juve e Lazio aprono ai nuovi tecnici, soprattutto i nerazzurri che a breve presenteranno ufficialmente Inzaghi. E poi c’è Gravina, un fiume in piena contro il tentativo di dar vita alla super lega e con i suoi dubbi relativi al successo della nazionale italiana, per via di un calcio palesemente in crisi che nemmeno una vittoria azzurra potrebbe risollevare definitivamente. Tanti gli argomenti, tanti gli spunti di riflessione, andiamo a vedere i titoli odierni, partendo da Gazzetta dello sport. 

GAZZETTA DELLO SPORT- Al centro della prima pagina odierna c’è Carlo Ancelotti nuovo tecnico del Real Madrid, il quale sposta gli equilibri di un mercato europeo decisamente in ascesa: “Ancelotti torna al Real: CR7, Mbappé, Icardi. Che giro”. E ancora: “Carletto bis a Madrid, tre anni di contratto: «È tutto inaspettato». Ora Florentino vuole il fenomeno del Psg. L’effetto domino? Ronaldo a Parigi e Maurito per la Juve”. E di Ancelotti ha parlato Arrigo Sacchi che lo conosce bene, per essere eufemistici, al punto da inorgoglirsi di quanto accaduto in queste ore, non senza un’imbeccata rivolta ai tecnici italiani: “«Sapevo che il Real Madrid aveva in mente alcuni nomi di tecnici italiani, e tra questi c’era pure quello di Carlo. Conte e Allegri? Credo proprio di sì. Pensavo che Carlo stesse bene all’Everton, ma poi se arriva il Real e come si fa a dire no? Nella scelta è stato decisivo il fatto che Carlo conoscesse l’ambiente. Lui ha tanta esperienza, è un grandissimo tecnico, ha vinto ovunque: Italia, Inghilterra, Germania, Spagna e Francia. Apprezzamento Real? Io sono felice di questo, significa che il nostro calcio qualcosa di buono lo produce. Conosco bene la mentalità del Real Madrid, di cui sono stato direttore tecnico. So che cosa chiedono a un allenatore: non vogliono la vittoria senza merito, non vogliono trionfare attraverso la furbizia come spesso si fa in Italia. Mi auguro che esportare allenatori sia un passo verso un nuovo calcio: se la Spagna negli ultimi dieci anni, ha vinto sei Champions  e sette Europa League, e l’Italia è ferma a zero, vogliamo darci una svegliata? C’è bisogno di un calcio più coraggioso».

IL MESSAGGERO- Sul Messaggero di questa mattina una lunga intervista a Gabriele Gravina, il presidente della Figc parla in maniera diretta di alcuni temi come ad esempio quello della Super lega, mentre tituba sulle condizioni del calcio italiano, a fronte della partenza dell’Europeo 2021: “«Questo Europeo è un po’ come il Recovery Found del calcio italiano. L’11 giugno tutto il mondo ci guarderà e penserà che la vita riparte. Il primo grade evento calcistico in Italia, con il pubblico allo stadio, seppur in percentuale ridotta. Stiamo lavorando perché ad agosto gli stadi si possano nuovamente riempire. Sogno vittoria Europei? Dobbiamo affidarci ai sogni perché ci aiutano ad uscire da questa maledetta pandemia. Il percorso da qui all’11 luglio è molto complicato ma almeno abbiamo l’entusiasmo che questa Nazionale ha restituito agli italiani dopo anni di depressione. Voglio dire una cosa: più di così questo gruppo non poteva fare. Mancini ha dato a questi ragazzi serenità e consapevolezza dei propri mezzi. Non competitivi? Purtroppo. Eravamo il campionato più bello del mondo, ora siamo la quarta forza d’Europa e rischiamo di essere superati da altri campionati. Cosa manca? Di investire nei settori giovanili e infrastrutture. Lo diciamo da anni, ma non lo abbiamo ancora capito. In più, serve il senso di responsabilità per un progetto di riforma complessivo dei campionati. Superlega? La crisi riguarda tutti, la vicenda Superlega lo ha manifestato in tutta la sua nudità. Io lavoro per un calcio più sostenibile, che non vuole dire meno competitivo, significa valorizzare meglio il brand, controllare i costi, patrimonializzare i club, formare i giovani anziché indebitarsi. È un problema che non fa bene a calcio. Ci sono delle regole da rispettare, e non perché lo dice Ceferin, è che funziona così. Ci sono delle società che vogliono organizzare il proprio campionato. Nessuno glielo impedisce, ma lo facciano fuori dal nostro sistema, dai tornei che riconoscono della Fifa, nella Uefa e nella Figc. Juventus? Il calcio italiano non deve rinunciare al rispetto delle regole, innanzitutto. Valgono per tutti, anche per la Juventus che è il club italiano più titolato e con più tifosi».

CORRIERE DELLA SERA- Il Milan alla pag. 42 dell’edizione odierna con Calhanoglu, l’atteggiamento del Milan sarà quello avuto per Donnarumma, ovvero andare avanti per la propria strada senza mai piegarsi. Corriere di questa mattina fa il punto della situazione nel dettaglio: “Il Milan- si legge- che non ha ceduto davanti alle pretese di Donnarumma, non si piegherà nemmeno davanti alle richieste di Calhanoglu. Il turco, in scadenza di contratto e con un ingaggio da 2,5 milioni, reclama uno stipendio da 5, cifra alla quale Maldini e Massara non intendono spingersi”. L’offerta: “La tentazione-prosegue il quotidiano- è la fuga nel calcio periferico ma ricco del Qatar dove l’Al Duhail ha proposto al trequartista un’offerta da 32 milioni in tre anni”. Il Milan dal canto suo non si sposta: l’atteggiamento appare chiaro e determinato a non scendere sotto la soglia di sopportazione massima: accettare delle richieste va bene ma le regole le detta la società e chi non le accetta è libero di andare altrove.

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