Rassegna: Superlega, quasi tutte fuori. Anche l’Atletico Madrid abbandona. Gli inglesi si scusano. Le parole di Agnelli
3 min readRassegna stampa di mercoledì 21 aprile, i quotidiani di oggi sono tutti per il tramonto del progetto Superlega, bocciato non solo da chi non è coinvolto ma anche dai club facenti parte, ora improvvisamente arretrati e pronti a chiedere scusa. Una situazione surreale, difficile da commentare se non per le conseguenze che avrà questo cambio di rotta, soprattutto a livello economico. Lo sa bene la Juventus che questa mattina vede crollare il proprio titolo in borsa, proprio per la decisione della maggior parte dei club di ritirarsi dal progetto, con Agnelli vice presidente e dimissionario dalla presidenza dell’Eca. Agnelli ha rilasciato una lunga intervista nella quale spiega, punto per punto, la situazione, l’idea e i buoni principi che secondo il suo punto di vista, avrebbero apportato benefici non solo al mondo del calcio. Serie A, questa sera si gioca, in campo Milan e Sassuolo alle 18:30, poi tutte le altre. Andiamo a vedere i titoli dei maggiori quotidiani odierni, partendo da Gazzetta dello sport.
GAZZETTA DELLO SPORT- La rosea di questa mattina non usa mezzi termini per definire quanto starebbe accadendo intorno al progetto Superlega, già diventato “Superflop”. Così lo definisce il quotidiano che questa mattina mette in prima pagina Florentino Perez e Andrea Agnelli, improvvisamente rimasti soli, dopo il passo indietro delle sei inglesi, seguite da Milan ed Inter. Barcellona in attesa del parere dei soci ma comunque non tira una buona aria. Questa mattina il titolo in borsa della Juventus apre con un meno 11 per cento, segno di grande incertezza da parte degli investitori. Chi prende punti è invece De Zerbi ed il suo Sassuolo, il tecnico ieri ha definito “colpo di stato”, il tentativo di istituire una lega indipendente, i tifosi oggi lo omaggiano con uno striscione pieno di ogni bene. E questa sera i nero-verdi saranno ospiti del Milan, il quale potrà prendere tre punti all’Inter e alle inseguitrici in chiave Champions.
CORRIERE DELLO SPORT- Sul quotidiano la lunga intervista rilasciata da Andrea Agnelli, in merito alla questione sopra riportata: “«Uno: nessuna minaccia ai campionati domestici. Anzi, la ferma volontà da parte del gruppo delle dodici società di continuare a partecipare alle competizioni nazionali, sia al campionato, sia alle coppe. Quindi totale adesione a quella che è la tradizione. Due: fin dalla costituzione della SLCo, la Superlega, si è incoraggiato il dialogo con le istituzioni, nel nostro caso Fifa e Uefa. Tre: quello che stiamo facendo è perfettamente legale, stiamo esercitando una libertà prevista dal trattato dell’Unione europea, e questo aspetto lo considero particolarmente importante. Quattro: il calcio sta vivendo una crisi enorme di appeal che investe le nuove generazioni. Hanno inciso gli stadi chiusi da un anno. Per chi ha figli di dieci, quindici, vent’anni la disaffezione è più che palpabile: i giovani si interessano ad altre cose. Evidentemente – e qui entriamo in una sfera macroeconomica – questo triste fenomeno ha subìto un’accelerazione a causa della pandemia. Quinto, è forse il punto-chiave, quella che stiamo cercando di organizzare è la competizione più bella al mondo».
CORRIERE DELLA SERA- Il Corriere della sera propone invece le parole di Cairo presidente del Toro, ovviamente di tutt’altro avviso rispetto a quelle di Agnelli: «Il progetto che prevedeva l’ingresso in Lega di serie A dei fondi in una media company aveva una base di 1,7-1,8 miliardi, soldi utili al bene comune, anche a superare le gravi difficoltà, un finanziamento importante per il rilancio della stessa serie A, che in questi anni ha perso competitività nei confronti di altre leghe europee. Agnelli faceva parte del comitato interno delegato a trattare con i fondi, aveva un ruolo importante, di primus inter pares. Il tutto necessitava di un cambio della governance stessa della Lega. Era in atto un’operazione laboriosa. Il comitato dei 5, che attenzione nasce il 13 ottobre 2020, aveva ricevuto la delega di tutte le altre società. Improvvisamente il cambio di scena, nonostante il voto assembleare che aveva sostenuto l’operazione dei fondi: Agnelli e la proprietà dell’Inter prendono le distanze dai fondi. Adesso si capisce il perché».