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Regno Unito: una Brexit no-deal sempre più vicina dopo il terzo”No” del Parlamento all’accordo

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Per la terza volta il parlamento britannico ha bocciato il piano May sulla Brexit. La premier britannica ha espresso “profondo rincrescimento per il fatto che ancora una volta la Camera sia stata incapace di sostenere l’uscita dall’unione europea in maniera ordinata”. Questo, ha sottolineato May, comporta “gravi implicazioni”.

Ed effettivamente sebbene amareggiata, la Commissione europea ha fatto sapere che accordi settoriali e parziali “non sono un’opzione praticabile”. “I benefici dell’accordo di recesso raggiunto lo scorso novembre, compreso il periodo transitorio – sottolinea inoltre Bruxelles in una nota – non potranno applicarsi in alcun caso” se l’uscita del Regno Unito dall’Ue avverrà in uno scenario no-deal. “L’Ue resterà unita ed è “pienamente preparata” a una hard Brexit.

Intanto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha convocato un vertice Ue dopo il terzo “no” all’accordo raggiunto tra Theresa May e Bruxelles sulla Brexit. “Alla luce della bocciatura del piano di divorzio da parte della Camera dei Comuni britannica, ho deciso di convocare un vertice il 10 aprile“, ha affermato Tusk su Twitter.

Questa terza bocciatura, dunque, apre le porte all’uscita dall’Ue senza un accordo il 12 aprile, salvo un’ulteriore proroga che i 27 dovrebbero accordare e che implicherebbe de facto la partecipazione britannica alle elezioni europee.

E a proposito delle elezioni europee, la May, subito dopo la bocciatura dell’accordo da parte dei Comuni, ha detto: “E’ quasi certo adesso che noi si debba partecipare alle elezioni europee”. Il premier ha rinfacciato alla Camera di non avere un piano B maggioritario, avendo detto no al suo accordo, ma anche a un no deal, a una no Brexit e a un referendum bis. E ha insistito che il governo continuerà ad agire affinché “la Brexit sia attuata”.

Il leader laburista all’opposizione Jeremy Corbyn, ha esortato il premier Theresa May a cambiare l’accordo o a dimettersi, indicendo subito le elezioni. L’accordo va cambiato, “se May non può accettarlo deve andarsene e consentire al Paese di decidere il suo futuro attraverso elezioni generali”, ha detto Corbyn a Westminster.

A questo punto uno scenario no-deal a partire dalla mezzanotte del 12 aprile è “quello più probabile”. E’ quanto sostiene la Commissione europea in una nota nella quale si “rammarica del voto negativo arrivato dalla Camera dei Comuni”.

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