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Renzi: il 2015 si chiude meglio del 2014 ma non sono soddisfatto

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Il premier Matteo Renzi, intervenendo a “L’Arena” su Rai1, ha parlato del deficit, che “dal 2012 sta scendendo, quest’anno scende al 2,4%. Lo scorso anno era il 2,6%, i governi precedenti, dal 2013 in poi, erano al 3%. L’Europa vorrebbe che scendesse ancora di più. Ma questo è il minor deficit degli ultimi dieci anni”. Lo stesso ha aggiunto: “Il 2015 si chiude meglio del 2014 ma non sono ancora soddisfatto. Nel 2016 tutti i segnali dicono che andremo ancora meglio: faremo più dell’1,5% sul Pil, ma l’importante è che ci credano gli italiani, è tutto nelle nostre mani”. “I segnali di ripresa ci sono ma ci vuole tempo. L’Italia è come se fosse guarita ma ancora non sta bene”.

Renzi ha poi parlato di legge di Stabilità. In mertito ad essa il premier sostiene che “contiene diversi lingottini, finalmente cala le tasse. Faccio l’esempio mio, spero non essere accusato di conflitto d’interessi. Io ho pagato 433 euro sulla prima casa, il prossimo anno li posso mettere di regali di Natale e in altre voci”.

Renzi ha quindi puntato il dito contro i grillini, spiegando che “la legge di stabilità è stata approvata alle 2.58 di stanotte e i 5 Stelle non erano in Aula perché purtroppo fanno un’opposizione che regge fino a che sono accese le telecamere. Forse è la famosa febbre del sabato sera, si sono ammalati tutti insieme”. Quando abbiamo fatto “una bella cosa come l’abolizione della tassa sulla casa”, aggiunge, “speravo che M5s e FI potessero votarla… invece trovo tanta rabbia e voglia di mettere paletti. Mi piacerebbe che in nome dell’Italia si potessero trovare delle intese”.

Sulla questione delle banche, Renzi si chiede quindi dove sta “il conflitto d’interessi se il padre della Boschi è stato sanzionato e se questo governo ha commissariato e mandato a casa il papà della Boschi. Questo governo non guarda in faccia nessuno, nessuno ha avuto un trattamento privilegiato”. E sottolinea che “il governo ha fatto un decreto che è servito per spegnere un incendio, perché le quattro banche rischiavano di non riaprire più gli sportelli”.

Sempre in tema bancario, “io dico che è arrivato il momento di voltare pagina: meno banche, meno banche di Paese. Il sistema delle banche italiano va ripensato. La prossima mossa che faremo sarà unificare sempre più le banche del credito cooperativo, che sono anche belle ma devono essere più solide. E poi ci sono troppe poltrone”.

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