Riportiamo in patria la Supercoppa Italiana
3 min readLe sfide tra Milan e Juventus sono da sempre, per gli appassionati di calcio, uno dei momenti più belli dell’intera stagione. I 2 club contano solo in Italia all’incirca 15 milioni di tifosi che nel corso degli anni si sonno innamorati di giocatori, allenatori, presidenti, ma anche di momenti e di emozioni uniche. Come non ricordare il 28 Maggio 2003, Manchester, Old Trafford, finale di Champions League. In una parola: brividi per gli intenditori del settore. Insomma inutile nascondersi, il fascino di una gara tra Milan-Juventus è unico e incomparabile, e lo sarebbe ancora di più se le due squadre avessero l’opportunità di giocare di fronte ai propri tifosi. Tra poco più di 48 ore le due compagini si affronteranno a Doha, in Qatar nel bel mezzo del deserto arabo e vista la circostanza, crisi economica compresa, è difficile pensare a un seguito importante di tifosi pronti a partire dall’Italia. Sorge allora spontanea la domanda sul perchè una manifestazione a carattere nazionale, debba essere disputata a migliaia di km da noi. La risposta è scontata: motivi economici, interessi commerciali il più delle volte finalizzati a vendere bene, in futuro, i diritti televisivi della Serie A. Tutto questo frutta diversi milioni di euro alla Lega Calcio e alle società, che di comune accordo firmano il contratto e migrano lontano dalle mura amiche in barba ai tantissimi appassionati che tutte le domeniche seguono le proprie squadre in tutta Italia.
Le origini della Supercoppa di Lega risalgono al 1988, allora la competizione veniva disputata in casa della squadra campione d’Italia. Successivamente ma non in maniera continuativa, dal 1993 la Lega Calcio e i club hanno iniziato a girare il mondo partendo da Washington, passando per Tripoli, Pechino, Qatar e via dicendo. Spesso però, le trasferte a caccia di dollari, hanno più volte riservato qualche sorpresa di troppo. Memorabili le immagini del manto erboso dell’impianto cinese che a Shangai lo scorso anno ha ospitato Juventus e Lazio: un campo spelacchiato, pieno di buche e decisamente non all’altezza della manifestazione. Impressa nella memoria dei tifosi Juventini e Laziali ci sarà sicuramente anche l’edizione del 2003, svoltasi a Tripoli sotto un caldo asfissiante, in un prato per l’occasione verniciato (nel vero senso della parola) a nuovo. Ce ne sarebbero altri di episodi da citare in quella che a tutti gli effetti nel corso degli anni ha dato il via a un escalation di situazioni imbarazzanti, tra campi impresentabili e ritardi aerei. Inconvenienti questi che riguardano noi e i Francesi, anche loro “affezionatissimi” a questo sistema alquanto discutibile, mentre in Inghilterra, Spagna e Germania, a differenza nostra le coppe nazionali vengono giocate in patria. Nelle altre nazioni questa manifestazione nazionale non viene esportata altrove, piuttosto per racimolare qualche milione di euro si preferisce incrementare il merchandising o pensare a soluzioni alternative che possano in qualche modo rendere più appetibile l’evento.