Roma, detenuta nel carcere di Rebibbia getta i figli da scale
Tragedia nel carcere romano di Rebibbia. Una detenuta, di nazionalità tedesca, ha tentato di uccidere i suoi due figli gettandoli dalle scale: uno, un neonato di quattro mesi probabilmente nato all’interno della struttura, è morto, l’altro, un bimbo di due anni, è in codice rosso e ricoverato al Bambin Gesù dove i medici stanno tentando di salvarlo.
A renderlo noto il presidente della Consulta penitenziaria e responsabile della Casa di Leda, Lillo Di Mauro che specifica: “E’ accaduto all’interno della sezione nido, dove sono ospitati bimbi fino a tre anni”. In mattinata, secondo fonti del Dap, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la donna avrebbe dovuto avere un colloquio con i suoi parenti.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti la donna, arrivata a Rebibbia dopo esser stata estradata dalla Germania per traffico di droga lo scorso 27 agosto, avrebbe percorso alcune rampe di scale per spostare i bambini da un punto all’altro del reparto. All’altezza di una delle rampe ha gettato, sembra volontariamente, nel vuoto uno dopo l’altro i due bambini. Per il piccolo di quattro mesi non c’è stato scampo e sarebbe morto sul colpo. Il maggiore invece è ancora vivo e lotta tra la vita e la morte, all’ospedale Bambino Gesù di Roma. Negli ultimi colloqui avuti a metà settembre con alcuni familiari la detenuta avrebbe mostrato preoccupazione per il futuro dei suoi figli.
A Rebibbia si è recata il procuratore aggiunto Maria Monteleone, coordinatore del pool dei magistrati che si occupa dei reati sui minori. Avvierà una indagine per omicidio e tentato omicidio. Sono in corso anche i rilievi tecnici dei carabinieri del nucleo investigativo di via In Selci per ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti. Gli investigatori stanno ascoltando alcuni testimoni e sentiranno appena possibile la donna che è stata trasportata nell’infermeria dell’istituto penitenziario dove è sedata e tenuta sotto stretta sorveglianza. Non si esclude che alcuni particolari della drammatica vicenda possano essere chiariti acquisendo le immagini della videosorveglianza interna.