Scoperta a Cupra Marittima: negli scavi del tempio rinvenuti colori come a Pompei e Roma
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Scoperta, inaspettata e straordinaria a Cupra Marittima: in quest’angolo delle Marche è stato rinvenuto un tempio costruito agli albori del primo secolo d.C. con pareti a grandi riquadri, dove il giallo faceva da contrasto al rosso intenso e al nero; tinte unite intervallate da delicati decori di fiori e candelabri, nicchie per le statue e forse persino l’altissimo soffitto illuminato da un azzurro intenso. Il grande tempio romano di Cupra, nel Piceno, fu nella sua prima fase di vita riempito di colori e di immagini come nelle case più ricche di Roma e di Pompei. La scoperta è stata racconta in esclusiva all’ANSA dall’archeologo Marco Giglio dell’Università di Napoli che in collaborazione con la soprintendenza e con il comune di Cupra Marittima ha intrapreso una nuova campagna di ricerca.
Il tempio rinnovato diventa un esastilo corinzio, con le sei colonne del fronte che svettano per nove metri, ornate da ricchi capitelli. Ma si arricchisce anche di una serie di semicolonne in muratura, che vengono addossate alle pareti laterali, e di stupefacenti gocciolatoi a testa di leone, pure questi riportati alla luce dallo scavo di questi giorni. Una nuova meraviglia voluta proprio da Adriano, come sembra testimoniare un’iscrizione trovata anni addietro nella vicina Grottammare.
Peccato che nei secoli successivi tutta questa bellezza venne smantellata, i preziosi marmi e le imponenti colonne vengono ridotte a calce da reimpiegare in altri edifici e persino i muri del tempio, a fine ‘800, vengono abbattuti per costruire un casale i cui resti diroccati ancora incombono sull’antica scalinata di quello che fu il santuario romano. “Il parco sta valutando se restaurarlo o rimuoverlo”, riferisce Giglio. Tutti i nuovi reperti, intanto, sono stati portati nei laboratori di restauro dove verranno puliti e studiati. Gli scavi riprenderanno in primavera, questa volta concentrati sia sui due archi, sia sul lato posteriore del tempio, per fare luce sulla decorazione della sua seconda fase. A quasi duemila anni da quel viaggio dell’imperatore Adriano, anche la Cupra romana ritrova, a poco a poco, la sua storia e i suoi colori.