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Siria: rinviato il Forum economico Italia-Turchia. Erdogan incontra Putin, ma non gli Usa

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Il Forum economico Italia-Turchia, che era previsto tra una settimana a Istanbul con la partecipazione dei presidenti delle organizzazioni confindustriali dei due Paesi, è stato rinviato. La decisione è stata presa a seguito delle tensioni per l’operazione militare di Ankara in Siria.

“Se i terroristi se ne vanno dalla zona di sicurezza” che la Turchia vuole creare ai suoi confini nel nord della Siria “l’operazione Fonte di pace finirà”, ha dichiarato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando al gruppo parlamentare del suo Akp ad Ankara.

Intanto il premier russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Erdogan, si sono sentiti per telefono “su iniziativa turca”. Secondo fonti del Cremlino la conversazione si sarebbe concentrata sulla situazione in Siria. I due leader hanno stabilito di incontrarsi “entro pochi giorni”.

Putin, continua il Cremlino, avrebbe insistito sull’aggravarsi della situazione umanitaria nelle regioni lungo il confine tra Siria e Turchia, ribadendo “la necessità di prevenire i conflitti tra le unità dell’esercito turco e le truppe del governo siriano”.

Alta l’attenzione anche sul fronte terrorismo: “Il capo dello stato – riferisce ancora la nota del Cremlino – ritiene inammissibile consentire a miliziani di organizzazioni terroristiche, tra cui lo Stato islamico, che sono sorvegliati dalle unità armate curde, di sfruttare questa situazione”. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, poi, lancia l’allarme: i sostenitori dell’Isis dalla Siria nord-orientale “si stanno diffondendo in tutto il mondo” a seguito del nuovo conflitto.

Domani invece arriverà ad Ankara la delegazione americana con il vicepresidente Mike Pence ed il segretario di Stato Mike Pompeo. Il presidente Recep Tayyp Erdogan ha però fatto sapere che non incontrerà Pence per discutere di Siria. “Non incontrerò la delegazione americana in Turchia. Incontreranno le loro controparti. Quando verrà Trump, incontrerò lui”, ha affermato Erdogan.

Dal canto suo il dipartimento di giustizia americano ha incriminato la Halkbank, seconda banca statale turca, non per le tensioni in Siria, ma con l’accusa di frode e riciclaggio di denaro per aver violato le sanzioni Usa all’Iran. Secondo i procuratori di New York alti dirigenti del governo turco “hanno partecipato e protetto” un ‘meccanismo’ che prevedeva il trasferimento illegale di soldi e oro in cambio di petrolio e gas, intascando tangenti da decine di milioni di dollari.

Nel frattempo proseguono violenti scontri tra i combattenti curdi appoggiati da forze dell’esercito regolare siriano e i miliziani arabi filo-Ankara nei pressi dell’autostrada strategica M4, che attraversa il nord della Siria da Aleppo alla frontiera irachena, a una trentina di chilometri dalla frontiera turca. A riferirlo è l’Osservatorio siriano per i diritti umani.

Il ministero della Difesa di Ankara annuncia che sarebbero 637 i terroristi “neutralizzati” (feriti, catturati o più probabilmente morti) dall’inizio dell’operazione militare della Turchia nel Nord-Est della Siria. I numeri, però, non sono verificabili in modo indipendente sul terreno.

Infine testimoni oculari presenti in queste ore a Manbij, smentiscono che la cittadina strategica nel nord del Paese, sia finita è sotto il controllo delle forze governative siriane, come affermato in precedenza da diverse fonti di stampa.

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