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Squinzi: “Meno stranieri in serie A, largo ai giovani italiani”

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In un calcio divenuto sempre più “globalizzato” e multietnico, prima o poi ci saremmo trovati a fare i conti con la moltitudine di tesserati provenienti da fuori Italia. Ad oggi, il numero di stranieri presenti nel campionato di Serie A, è il più elevato rispetto alla media europea. Eccezion fatta per Cipro e Inghilterra. Nella nostra Serie A, infatti, gli stranieri superano la metà del totale dei giocatori (56,1%) (Liga e Bundesliga si attestano sul 40%) che spesso vengono acquistati a discapito dei tanti giovani presenti nei vivai italiani.
Gli esempi più evidenti sono diversi: la Roma in primis, che ha una rosa formata da 22 stranieri e 4 italiani, ma non va meglio ad Inter, Udinese, Fiorentina e Lazio. Tutte rispettivamente con una soglia di tesserati non italiani, superiore al 75%. A far riemergere la questione e a riaccendere i riflettori sulla necessità di tornare a investire sui talenti nostrani è Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria e patron del Sassuolo: “Diminuire gli stranieri dando un’identità più vicina all’immagine del nostro paese e del calcio che ci rappresenta. Lo stesso Ct Conte è in difficoltà quando deve fare la Nazionale, ci sono atleti che per giocare vanno all’estero” – afferma Squinzi, in un’intervista rilasciata al Resto del Carlino. Il presidente successivamente esalta il modello Sassuolo, squadra più italiana nel nostro campionato con soli 2 stranieri presenti in rosa: “Quando abbiamo vinto a Milano con l’Inter, nove giocatori dei nostri 11 erano italiani: di là tutti stranieri. Se venite a vedere un allenamento del Sassuolo, sentirete solo una lingua: la nostra, perchè anche gli stranieri l’hanno imparata. Se tutti capiscono cosa vuol cosa vuole l’allenatore, diventa più facile fare gruppo. Continueremo su questa strada” In chiusura, visto il buon momento della squadra, non sono mancate dichiarazioni a riguardo da parte di Squinzi che ha affermato: “Peccato per qualche punto di troppo buttato via. Con sei in più potevamo giocare per lo scudetto. In campionato c’è un equilibrio incredibile, è impossibile fare pronostici, anche se alla fine la Juve verrà fuori” – conclude il presidente.

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