Suicidio assistito: Cappato rischia 12 anni per aver aiutato Elena a morire
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Ci risiamo: Marco Cappato è stato nuovamente iscritto nel registro degli indagati della Procura di Milano per aiuto al suicidio. Questa volta il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni è finito sotto accusa per il caso di Elena, malata terminale di cancro ma ancora autosufficiente che ha scelto il suicidio assistito in Svizzera. Ad accompagnarla nel suo ultimo viaggio è stato proprio
Cappato che dopo il viaggio verso una struttura elvetica, è tornato in Italia dove si è autodenunciato ai carabinieri, nella stessa caserma in cui era già stato nel 2017. In quell’occasione, l’esponete dell’associazione Luca Coscioni, si autodenunciò per aver portato in Svizzera dj Fabo che, rimasto paralizzato e cieco dopo un grave incidente, gli aveva chiesto aiuto per porre fine alle sue sofferenze.
I magistrati milanesi parlano di atto dovuto e non escludono che per questioni di competenza territoriale, gli atti possano essere trasferiti a Venezia. Questo caso sembra più complicato del precedente e Cappato rischia fino a 12 anni di carcere perché la sentenza della Corte Costituzionale, che ha depenalizzato in parte il suicidio assistito in Italia, non comprende il caso di Elena. La 69enne di Spinera, in Veneto, nonostante fosse affetta da un tumore avanzato ai polmoni, non era sottoposta a trattamenti di sostegno vitale, come Federico Carboni, primo paziente a cui è stato consentito l’accesso al suicidio assistito nel nostro Paese.