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The Knick, la serie televisiva in concorso al Festival del Cinema di Roma

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Può una serie televisiva partecipare “in concorso” ad un Festival di Cinema? La risposta è si. Alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, la serie televisiva The Knick, diretta da Steven Soderbergh e con protagonista Clive Owen, partecipa nella categoria Gala e potrà quindi aggiudicarsi la vittoria finale.

I primi due episodi, presentati questa mattina alla stampa, verranno proposti anche al pubblico in serata; ma è la giornata di domani che offrirà una vera e propria maratona della serie in questione: a partire dalle 10 del mattino, il pubblico potrà assistere quasi ininterrottamente a tutti i 10 episodi che compongono la prima stagione, in una giornata che andrà avanti fino a tarda sera. Il pubblico avrà quindi l’opportunità di giudicare la serie televisiva nella sua interezza e non basandosi soltanto su un pilot.

The Knick, che negli Stati Uniti è stata trasmessa dalla rete via cavo Cinemax lo scorso agosto, arriverà anche in Italia su Sky Atlantic, a partire dall’11 novembre.

Clive Owen è atteso nel pomeriggio al Festival, dove sarà protagonista di un incontro con pubblico e stampa. Questa è la trama della serie così come viene descritta ufficialmente dalla guida del Festival Internazionale del Film di Roma:

Occhio al dottor John Thackery. Ama la cocaina e detesta la concorrenza, Thackery regna incontrastato fra le mura del Knickerbocker Hospital, noto a New York semplicemente come The Knick. Il ventesimo secolo si annuncia pieno di meraviglie e Cornelia Robertson chiama in squadra un medico di origine africana formatosi in Europa. Thackery ovviamente non gradisce. Primo lavoro realizzato da Soderbergh dopo avere pubblicamente annunciato il suo ritiro dal mondo del cinema, The Knick è una serie televisiva in dieci puntate e interpretata da Clive Owen. Diretto con magistrale inventiva da Soderbergh, la serie è una immersione gotica nel lato più oscuro e inquietante del ventesimo secolo.

A noi i primi due episodi hanno abbastanza convinto, ma sono poco adatti ai deboli di cuore: tanto sangue, interventi chirurgici sui pazienti ripresi in primo piano, tensione e disgusto creati forse più dalle immagini che dall’atmosfera, ma anche da una sapiente e frenetica regia. Inoltre, un fascino generale regalato dall‘ambientazione newyorchese del 1900. Riuscirà a convincere anche con i successivi episodi?

Ascolta il servizio del nostro inviato estratto dal GR ART

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