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Theresa May perde pezzi: il partito chiede la testa di Timothy e Hill

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La bufera non si placa in casa Tory. Nick Timothy e Fiona Hill, potentissimi capi dello staff di Downing Street e i più stretti consiglieri di Theresa May, si dimettono, esprimendo ‘profonda delusione’ per il risultato delle elezioni e assumendosene almeno in parte la responsabilità. Già stamattina tutti i giornali scrivevano che il partito conservatore chiedeva alla premier la loro testa, come prezzo per il fallimento alle urne, che ha visto i Tories rimanere primo partito, ma senza maggioranza assoluta e perdendo seggi rispetto alla legislatura precedente, costretti a una controversa alleanza con i protestanti nord-irlandesi del Dup.

Confermati invece il ministro degli Esteri Boris Johnson, degli interni Amber Rudd, il cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond, il ministro della Brexit David Davis e il ministro della Difesa Michael Fallon resteranno al loro posto. La conferma arriva da Downing Street, dopo le anticipazioni della Bbc.

Theresa May ha ammesso di non aver raggiunto l’obiettivo nel voto britannico. Puntavo “a una maggioranza più ampia e il risultato non è stato ottenuto”, afferma la premier alla Bbc, dichiarandosi “dispiaciuta” verso “i candidati, i deputati uscenti e i sottosegretari” non rieletti che “non meritavano di perdere il seggio”. May evoca poi un “momento critico per il Paese”, confermando l’impegno a “formare un governo nell’interesse nazionale”: “serve “certezza per i negoziati sulla Brexit che iniziano fra 10 giorni”.

E proprio sulla Brexit è tornata durante il suo tour sudamericano, Angela Merkel: “Noi vogliamo negoziare rapidamente, vogliamo attenerci alla scadenza e a questo punto non credo che nulla che possa suggerire che questi negoziati non debbano iniziare come è stato concordato”, cioè il 19 giugno. Il negoziato per la Brexit, nelle intenzioni di Berlino, deve procedere senza intoppi.

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