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“Tornare a fare politica in Italia non è tra le mie priorità”. Luigi Di Maio si racconta a “Poli Opposti”

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Di Nadia Sessa

Tornare a fare politica in Italia? Non è tra le mie 100 priorità”. E’ netto Luigi Di Maio ospite a ‘Poli Opposti’ e ormai dal 2020 lontano dal Movimento 5 Stelle con cui è arrivato in Parlamento nel 2013 e dai partiti dopo l’addio ad ‘Impegno Civico’ nel 2022 con cui ha mancato la rielezione.

Quella sconfitta è stata una benedizione. Mi ha dato la possibilità di riappropriarmi della mia vita”. Di prendere le distanze da alcune situazione, dividere amicizia e politica, imparare a “riderci su”, quando arrivano attacchi politici, “riallacciare vecchie amicizie con cui ho condiviso esperienze indimenticabili, pur non condividendo più tante cose”.

Un percorso quello di Luigi di Maio che parte da lontano, dal suo liceo classico di Pomigliano d’Arco prima come rappresentante di classe, poi d’Istituto portando avanti tanti battaglie tra cui quella per l’edilizia scolastica dopo il movimento civico scaturito dal terremoto del 2002 di San Giliano di Puglia in Molise che vide tra le vittime tanti bambini.

Ed è proprio l’attivismo civico per Luigi Di Maio, la chiave di volta per iniziare a fare politica: “Tutti pensano che fare politica sia entrare in Parlamento. In realtà i cambiamenti iniziano dal basso. Noi abbiamo un approccio, soprattutto sud europeo, iper-legislativo. Noi crediamo che mandando i partiti nelle istituzioni basteranno nuove leggi per cambiare le cose. Io invece guardo al di là dei partiti perché io non voglio far passare il messaggio che per fare politica bisogna per forza iscriversi ad un partito esistente. Ci sono tantissime opportunità sui territori di appartenenza, con l’associazionismo e il terzo settore, per cambiare le cose. Questa è stata la spinta iniziale per tanti che poi sono diventati statisti, ministri etc. Nella Prima Repubblica ne abbiamo tanti di esempi. Nella Seconda, la politica è diventata più mediatica, più comunicazione. Ma anche in questo caso, comunicare quello che succede sul proprio territorio e offrire soluzioni per risolvere le cose che non vanno è, fare politica. Uno YouTuber oggi può fare politica. Il talento che hanno molti giovani nell’utilizzare i social, può diventare attivismo civico. Non c’è bisogno di sottoscrivere una tessera per forza”.

Oggi Luigi Di Maio è Rappresentante speciale dell’Unione europea per il Golfo Persico. Il 16 ottobre si è tenuto il primo vertice tra Ue e Consiglio di Cooperazione del Golfo: “La parte più importante che è emersa nel summit è il sostengono alla sovranità dell’Ucraina, nonostante questi Paesi non abbiano interrotto i rapporti con la Russia come ha fatto l’Europa. Serve un cessate il fuoco immediato a Gaza e in Libano. Queste posizioni comuni, anche alla luce dei diversi sentimenti espressi anche nell’Ue, sono un punto di partenza. Ovviamente l’implementazione delle conclusioni è la vera sfida, ma sono sicuro che faremo un grande lavoro.

Nel suo lunghissimo percorso politico a chi direbbe grazie?

Al presidente Mattarella. Ho avuto il privilegio di incontrarlo nel 2015 quando ero ancora Vice Presidente della Camera e fino a quando sono stato al Governo abbiamo avuto un rapporto continuo. E’ una persona che mi ha insegnato tanto pur non volendo insegnare, solo con il suo esempio. Il mio grazie va a lui!”.

Buona visione!

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