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Tragedia all’ospedale Humanitas di Milano: due operai muoiono nel deposito di azoto liquido

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Ennesimo tragico incidente sul lavoro. Questa mattina due operai sono stati trovati senza vita in un deposito di azoto all’interno dell’Università Humanitas, a Pieve Emanuele, alle porte di Milano. Le vittime, il 42enne Jagdeep Singh e il 46enne Emanuele Zanin, stavano lavorando per una ditta di autotrasporti bergamasca quando durante una manovra di riempimento della cisterna seminterrata da 6mila litri, sono stati investiti dall’azoto liquido che non gli ha lasciato scampo.

Gli operai sono stati trovati privi di conoscenza all’interno del deposito, a circa due metri sotto il livello della strada, attorno alle 11 da un addetto agli impianti.
Le ipotesi del decesso sono ancora da accertare ma la ricostruzione più attendibile pare essere quella di un’asfissia per intossicazione: l’azoto, di per sé non tossico, può saturare un ambiente chiuso riducendo la percentuale di ossigeno. Precedentemente si erano anche ipotizzate ustioni da congelamento, ma – a quanto scrive il Corriere della Sera – i due corpi  non presentano segni sul corpo.

Sul caso indagano i carabinieri e il personale dell’Ats di Milano, per verificare se ci siano stati errori nella manovra o mancanze strutturali. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo coordinata dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano.

Immediata la presa di posizione delle sigle sindacali. “Non basta il cordoglio o la condanna – scrive il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra  La sicurezza deve diventare la priorità in tutti i luoghi di lavoro. È una questione di civiltà, di rispetto per la vita e per la dignità della persona”. A fare eco alle parole di Sbarra è la Cgil che in una nota scrive: “Non possiamo continuare a piangere ogni giorno vittime sul lavoro. Si deve agire al più presto con un piano di assunzioni nell’Ispettorato del lavoro e nei servizi per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro.

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