Tredicenne morta a Piacenza: resta in carcere il fidanzato. Medico legale: segni di colpi sulle mani di Aurora
1 min readSi continua ad indagare sulla morte di Aurora, la tredicenne deceduta dopo essere precipitata dal settimo piano del palazzo dove viveva a Piacenza. Dai primi accertamenti medico legali effettuati sul corpo della ragazzina sarebbero emersi segni sulle mani compatibili con i colpi che il fidanzato le avrebbe dato quando lei, nel disperato tentativo di salvarsi, si sarebbe aggrappata alla ringhiera dopo essere stata spinta. Sarebbe questo uno degli elementi, insieme alle testimonianze, che hanno portato gli investigatori e la Procura per i minori a convincersi della responsabilità del 15enne, fermato lunedì per omicidio. Non risulta invece che il ragazzo abbia utilizzato il cacciavite che aveva con sé per aggredirla.
Sono tre le persone che con le loro testimonianze hanno aiutato i carabinieri a ricostruire cosa è successo venerdì mattina ad Aurora. I tre testimoni avrebbero assistito ad almeno una parte della drammatica scena e successivamente si sono presentati in caserma. Tra questi c’è anche la persona che ha descritto più nel dettaglio d’aver visto il ragazzino spingere la 13enne oltre la ringhiera e colpirla alle mani, per farla cadere. I tre non si conoscono tra loro e il fatto che le versioni siano almeno in parte concordanti ha contribuito ad avvalorarne la veridicità agli occhi degli investigatori.