ART News

Agenzia Stampa per emittenti radiofoniche

Usa, per la sorella Trump è crudele e bugiardo. La Camera sfida il tycoon: 25 miliardi per salvare il voto via Poste

2 min read

“Crudele”, “bugiardo”, “ipocrita” e “senza principi”. Mai un consanguineo di Donald Trump lo aveva giudicato così duramente. Almeno fino ad ora. Ad attribuirgli tutti questi epiteti è stata l’ex giudice federale Maryanna Trump Barry, sorella del presidente americano, secondo quanto emerge da una serie di registrazioni fatte segretamente dalla nipote Mary Trump, autrice di un libro bomba sullo zio e diffuse in esclusiva dal Washington Post alla vigilia della convention repubblicana. E’ la prima volta che Barry manifestata il suo disaccordo nei confronti del tycoon.

Il fratello minore del presidente, Robert, scomparso la scorsa settimana, aveva tentato di bloccare in tribunale la pubblicazione del libro esplosivo, sostenendo che Mary stava violando un accordo di non divulgazione firmato nel 2001 dopo la liquidazione della proprietà del nonno. In giorno in cui è uscito il libro, subito definito dalla Casa Bianca “pieno di menzogne”, ne sono state vendute 950.000 copie.

Immediata la replica di Donald Trump. “Ogni giorno c’è qualcos’altro, che importa. Mi manca mio fratello e continuerò a lavorare duro per il popolo americano. Non tutti sono d’accordo ma i risultati sono evidenti. Il nostro Paese diventerà presto più forte che mai”: commenta l’inquilino della Casa Bianca in una nota.

Intanto la Camera Usa, con 257 voti a favore e 150 contro, ha approvato una legge per stanziare 25 miliardi a favore delle Poste e bloccare i tagli che si teme possano rallentare il voto per corrispondenza. Modalità che i democratici vogliono estendere per la pandemia ma che Donald Trump ritiene favorisca i brogli. Ai dem, che controllano la Camera, si sono uniti 26 repubblicani, che hanno rotto i ranghi. Difficile però che il provvedimento passi al Senato. In ogni caso Trump ha già minacciato il veto. Il tycoon ha già iniziato una dura campagna di delegittimazione del voto per posta (“se il voto per posta fosse universale porterebbe a un’elezione truccata”) e si è finora rifiutato di dichiarare che accetterà il risultato delle elezioni in caso fosse sconfitto.

Autore