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Vaccini anti-Covid, Moderna: 20 milioni di dosi quest’anno. Idrossiclorochina pericolosa

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Buone notizie sul fronte vaccini anti-Covid. I due candidati che usano la metodologia dell’Rna virale “saranno sottoposti all’approvazione dell’Ema la prossima settimana e potremmo avere i primi due sieri come regalo di Natale”. E’ quanto afferma il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli.

I due candidati vaccini sarebbero quello di Pfizer e di Moderna giunti allo stadio finale. In particolare l’americano Moderna, ha dimostrato un’efficacia pari al 94,1% contro il coronavirus, raggiungendo un’efficacia pari al 100% nei casi particolarmente gravi. Lo rende noto la stessa azienda, annunciando i risultati dei test di fase 3 su 196 casi. Oggi Moderna farà richiesta all’autorità statunitense per i farmaci Fda dell’autorizzazione per l’uso di emergenza, e all’Agenzia europea per i medicinali Ema di un’autorizzazione condizionata.

La Fda dovrebbe riunirsi il 17 dicembre per analizzare i dati di efficacia e sicurezza del candidato vaccino anti-Covid mRNA-1273 dell’azienda Moderna, la quale ci ha tenuto a precisare che la distribuzione del vaccino negli Usa avverrà subito dopo che sarà assicurata una Autorizzazione all’uso di emergenza.

Entro il 2020, Moderna prevede riuscire a produrre circa 20 milioni di dosi negli States e fino ad 1 miliardo di dosi globalmente nel 2021. Moderna anche annunciato ulteriori progressi mirati ad assicurare che la distribuzione, conservazione e manipolazione del vaccino possano essere effettuati utilizzando infrastrutture esistenti.

L’Agenzia Europea dei medicinali è invece intervenuta per mettere in guardia sull’utilizzo di clorochina o idrossiclorochina, farmaci impiegati contro il Covid-19 soprattutto nella prima fase dell’emergenza. Questi potrebbero provocare disturbi psichiatrici e comportamenti associati al suicidio. A tale conclusione l’Agenzia è arrivata dopo aver effettuato una revisione di tutti i dati disponibili sugli effetti collaterali del farmaco. La revisione, si legge sul portale dell’ente regolatorio, è stata avviata a maggio 2020 dopo che l’Ema “era stata informata dall’agenzia spagnola dei medicinali di 6 casi di disturbi psichiatrici in pazienti Covid a cui erano state somministrate dosi di idrossiclorochina superiori a quelle autorizzate”.

Intanto un appello a non ripetere gli stessi errori fatti con l’Aids arriva da Silvia Mancini, epidemiologa di Medici senza Frontiere, alla vigilia della giornata internazionale della lotta all’Hiv. “Rispetto alla pandemia di Covid-19 dobbiamo evitare il ripetersi della tragedia causata dall’epidemia di Hiv/Aids 20 anni fa, quando le terapie antiretrovirali, che hanno modificato il corso della malattia nei Paesi ricchi riducendo sensibilmente il numero dei decessi, sono arrivate nei Paesi a risorse limitate soltanto 10 anni più tardi con la produzione e l’esportazione delle prime versioni generiche dei trattamenti. ll superamento dei monopoli su tutti i prodotti farmaceutici necessari a fronteggiare la pandemia di Covid-19 consentirà una collaborazione globale utile ad incrementare la produzione, la fornitura e l’accesso per tutti”.

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