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Vaccino anti-Covid 19: buoni risultati del ‘CoronaVac’ cinese

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Nella corsa globale al vaccino anti-Covid 19, nuove notizie incoraggianti sembrerebbero arrivare dalla Cina. Ha infatti ottenuto buoni risultati nei test il vaccino cinese “CoronaVac”, basato sul virus Sars-CoV2 inattivato e pertanto differente dagli altri a mRna, come quello Pfizer. In quest’ultimo caso infatti, si inietta nelle cellule del paziente direttamente l’RNA messaggero che codifica per la principale proteina del coronavirus, la “chiave falsa” con la quale il virus entra nelle nostre cellule. I ribosomi la trovano, credono che sia un ordine che arriva dal DNA e sintetizzano la proteina del virus, che entrando in circolo viene riconosciuta dal nostro sistema immunitario come estranea e aggredita.

Il CoronaVac è invece un vaccino basato sul virus intero, inattivato chimicamente, a partire da un ceppo di Sars-CoV2 originariamente isolato da un paziente cinese. Tutti i partecipanti ai test non sono mai risultati positivi al coronavirus, né hanno mai viaggiato in aree ad alta incidenza di contagio.

Secondo Fengcai Zhu, del Centro provinciale Jiangsu per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie di Nanjing il CoronaVac “è capace di indurre una rapida risposta anticorpale entro quattro settimane dalla somministrazione, con due dosi a distanza di 14 giorni tra loro. Ciò rende il vaccino adatto per un uso di emergenza durante la pandemia”.

Nel corso della sperimentazione su oltre 700 individui di 18-59 anni il vaccino è risultato sicuro e senza effetti avversi, nonché in grado di indurre rapidamente la produzione di anticorpi dopo due dosi di prodotto. E’ quanto si legge sulla rivista ‘The Lancet Infectious Diseases’.

Resta da verificare nella fase 3 della sperimentazione se la concentrazione di anticorpi indotta da CoronaVac sia sufficiente a prevenire l’infezione e se il vaccino funzioni anche negli anziani. Inoltre non è ancora chiaro se la concentrazione di anticorpi ritrovata nel sangue dei vaccinati sia sufficiente a proteggerli dal virus, perché è risultata inferiore alla concentrazione di anticorpi ritrovata in pazienti guariti dall’infezione. Gli effetti avversi sono stati assenti o lievi; il più comune riportato è stato il dolore al sito dell’iniezione.

Tra i punti di forza del CoronaVac: può essere conservato in un refrigeratore standard tra 2 e 8 gradi centigradi. Cioè come avviene per gran parte dei vaccini oggi in uso, compreso quello antinfluenzale”, ha spiegato uno degli autori dei test, Gang Zeng, della Sinovac Biotech. Inoltre il vaccino potrebbe restare stabile per oltre tre anni, cosa che offrirebbe non pochi vantaggi al momento della distribuzione anche in luoghi remoti del Pianeta.

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