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Venezia 75, autori e esercenti: iniquo il Leone a Netflix

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La vittoria del Leone D’Oro 2018 da parte di Roma, il film di Alfonso Cuaron prodotto da Netflix, ha scatenato la rivolta di autori ed esercenti. Il motivo? Il film è stato prodotto dalla piattaforma in streaming Netflix, già ampiamente stigmatizzata da Cannes che ha bandito le opere del colosso che distribuisce via internet film e serie tv dal Festival.

In un comunicato stampa, Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), la Fice (Federazione Italiana Cinema d’Essai) e l’Acec (Associazione Cattolica Esercenti Cinema) ritengono infatti “iniquo che il marchio della Biennale sia veicolo di marketing della piattaforma Netflix che con risorse ingenti sta mettendo in difficoltà il sistema delle sale cinematografiche italiane ed europee”. Inoltre, sottolineano anche che il Leone d’Oro “dovrebbe essere alla portata di tutti” e non dei soli abbonati alla piattaforma.

Ad alimentare le polemiche sono state anche le parole del direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Alberto Barbera, che a margine della cerimonia di premiazione ha detto: “Bisogna guardare avanti. Siamo in un periodo di transizione. C’è chi dice ad esempio che presto in Usa Netflix potrebbe avere anche un circuito di sale. Non so se sia vero ma è un fatto che Netflix abbia già annunciato, per alcuni film, anche un’uscita in sala, compreso “Roma” di Cuaron”. “Bisogna prendere atto – ha proseguito Barbera – delle nuove realtà come Netflix, Amazon e altri operatori analoghi che verranno. Io sono d’accordo con Cronenberg quando dice che tutte le polemiche di oggi sulle trasformazioni che il cinema sta subendo sono solo l’effetto di una nostalgia. Il processo non è compiuto, è in divenire. E bisognerà confrontarsi nei prossimi anni con tutti i soggetti coinvolti. Ma negare questa realtà è perdente”.

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