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Via libera al ‘Codice Rosso’, contro la violenza di genere

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Violenza contro le donne, via libera in Consiglio dei ministri al “Codice rosso”. Si tratta di un provvedimento del Ministero della giustizia e di quello della pubblica amministrazione che accelera lo svolgimento delle indagini, le procedure di giustizia, ivi compresa l’audizione delle vittime dei reati di maltrattamenti di violenza sessuale, di atti persecutori e di lesioni aggravate in quanto commesse in contesti familiari o nell’ambito delle relazioni di convivenza. In questo modo si cercherà di arrivare nel più breve tempo possibile all’adozione di provvedimenti protettivi o di non avvicinamento. Impedisce che ritardi ingiustificabili nei procedimenti, possano ulteriormente porre in pericolo di vita e l’incolumità fisica delle vittime di violenza domestica di genere.

Il ddl comprende anche una parte sulla formazione delle forze dell’ordine coinvolte nelle indagini e di quelle impegnate negli istituti penitenziari, attraverso la frequenza di corsi presso specifici istituti. Questi corsi hanno l’obiettivo di fornire al personale coinvolto in procedimenti in materia di violenza domestica e di genere le competenze specialistiche necessarie a fronteggiare questa tipologia di reati, sia in termini di prevenzione che di repressione degli stessi, e anche per una più adeguata interlocuzione con le vittime. La durata e le modalità di svolgimento dei corsi saranno stabilite dal ministero per la Pubblica amministrazione, che adotterà un apposito decreto, di concerto con i ministri dell’Interno, della Giustizia e della Difesa.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha annunciato: “Un fondo da 33 milioni per le vittime. Il ‘Codice rosso’ è un intervento che si inserisce in un programma di intervento molto più articolato, che sarà gestito dal Dipartimento alle Pari opportunità del sottosegretario Spadafora. Verrà istituito un fondo speciale di 33 milioni per le vittime di violenza. Saranno aperti centri regionali per le vittime che necessitano di urgente intervento”.

Per il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Basta ritardi di fronte a denunce. Tempi rapidi per i procedimenti che riguardano casi di violenza sulle donne. Dallo stalking, ai maltrattamenti, fino alle violenze sessuali, anche di gruppo, e alle lesioni aggravate. Perché di fronte alla denuncia di una donna anche un giorno di ritardo può essere determinante”.

Per la ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno: “La sottovalutazione del fenomeno esiste”. Troppo spesso “le donne che decidevano di sporgere denuncia si sentivano rispondere ‘torna a casa a fare pace'”.

 

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