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Via libera della Camera al ddl che modifica gli articoli 52 e 59 del codice penale

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Il tema è di quelli caldi, anzi caldissimi: i confini della legittima difesa.

E’ arrivato infatti il via libera, da parte della Camera, al ddl che modifica gli articoli 52 e 59 del codice penale. I voti favorevoli sono stati 225, quelli contrari 166 e 11 gli astenuti. Il testo ora è atteso al Senato.

A favore hanno votato Pd, Ap, Civici e innovatori. Contrari M5S, Forza Italia, Lega Nord, Mdp, Sinistra Italiana-Possibile e Fratelli d’Italia. Astenuti Centro democratico e Psi.

Particolarmente agguerrita la Lega che in Aula ha manifestato il proprio dissenso con uno striscione recante la scritta: “La difesa è sempre legittima” e con Salvini che incalza: “Questi sono tutti scemi. Siamo alla difesa variabile in base alle fasce orarie”.

Critici anche i Pentastellati, che parlano di “leggi scritte male” e da sinistra.

Forza Italia – attraverso il leader Silvio Berlusconi – fa sapere che “il testo finale non è certo adeguato al bisogno di sicurezza degli italiani e a ciò che tutti gli italiani si attendono”. Per il Cavaliere, “chi è costretto ad usare un’arma per difendersi non può essere sottoposto alla lunga e umiliante trafila di un procedimento giudiziario nel quale deve giustificare le sue azioni”.

Ma quali sono i punti salienti della legge sulla legittima difesa?

Il ddl prevede l’ampliamento della fattispecie della legittima difesa alle aggressioni notturne, in analogia con l’ordinamento penale francese. E l’esclusione della colpa di chi reagisce “in situazioni comportanti un pericolo per la vita, per l’integrità fisica, per la libertà personale o sessuale”. 

Diventa quindi giusta la reazione di fronte ad un’aggressione e all’introduzione violenta nelle proprietà, ma sempre con la necessità di proporzione tra difesa, offesa e attualità del pericolo.

Il primo emendamento, prevede che per la vittima di un’aggressione la reazione è considerata legittima difesa, quindi anche possibile con le armi, quando si verifica “di notte”, con “violenza sulle persone o sulle cose”. 

Il secondo, invece, precisa l’esclusione della colpa di chi reagisce “in situazioni di pericolo attuale per la vita, per l’integrità fisica, per la libertà personale o sessuale”.

Il testo è arrivato in Aula dopo uno “stop and go” di due anni.

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