Vittorio Sgarbi si è dimesso da sottosegretario: “Non mi devo scusare con nessuno”
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Vittorio Sgarbi si è dimesso da sottosegretario del governo. L’annuncio è arrivato a margine dell’evento “La Ripartenza”, organizzato da Nicola Porro a Milano. “Lo faccio per voi”, ha aggiunto il sottosegretario alla Cultura, “ora sono solo Sgarbi”. “Se mi dicono che non posso fare conferenze, o presentare mostre o libri visto che sono sottosegretario, io mi dimetto. La norma applicata dall’Antitrust non distingue da prestazioni pagate o gratuite. Sono stato chiamato per la mia competenza, ma se non posso fare Sgarbi mi dimetto”, ha spiegato il critico d’arte.
Quindi Sgarbi è tornato sulla questione con il ministro della Cultura Sangiuliano: “non l’ho sentito, non ci parliamo dal 23 ottobre quando mi ha dato la delega per andare a occuparmi della Garisenda. Non potevo sentire una persona che riceve una lettera anonima e la manda all’Antitrust. Le lettere anonime si buttano via, gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime”, ha poi chiarito Sgarbi. Che ha anche annunciato che farà “certamente ricorso al Tar perché si dica comunque che io non avevo un’altra professione, ne avevo solo una: essere Sgarbi, essere uno storico dell’arte”.
Il 15 febbraio il termine previsto entro il quale l’Autorità Antitrust dovrà pronunciarsi sull’incompatibilità per Vittorio Sgarbi tra le sue attività extra governo e il ruolo che ricopre al Mic. Secondo quanto si apprende, “il procedimento potrebbe essere già stato chiuso e nei primi giorni della prossima settimana, forse lunedì stesso, potrebbero venirne comunicate le conclusioni”, ma Sgarbi ha già annunciato un ricorso al Tar.
Inchieste di Report, Sgarbi: “Non mi devo scusare con nessuno”. Interpellato sulla sua reazione alle inchieste dei giornalisti di Report e de Il Fatto Quotidiano, Sgarbi ha risposto: “Non mi devo scusare con nessuno, ho espresso le mie imprecazioni come fa chiunque”. E a chi gli chiedeva quale fosse, in seguito alla sue reazioni, l’immagine di lui che arriva all’estero, il sottosegretario ha risposto: “Dobbiamo chiederlo all’estero”.
Pd: “il governo ha fatto orecchie da mercante sul caso Sgarbi”. I componenti Pd della commissione cultura della Camera, commentando l’annuncio di Sgarbi chiedono che “Meloni e Sangiuliano spieghino al Parlamento per quali ragioni il governo ha fatto orecchie da mercante sul caso Sgarbi”. “Il governo ha fatto di tutto per evitare di prendere una posizione chiedendo, in più occasioni, il rinvio dell’esame parlamentare della mozione di sfiducia pur di non esprimersi sul caso. Per quali ragioni? Meloni, che dice di non essere ricattabile, dica come mai lei e il ministro della cultura abbiano agito con tanta reticenza”.
M5s: “Meglio tardi che mai”. In una nota Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle parla di epilogo inevitabile: “dopo la figuraccia internazionale nata a seguito dell’inchiesta sul presunto quadro rubato sono finalmente arrivate le dimissioni di Vittorio Sgarbi. Ringraziamo i giornalisti de Il Fatto quotidiano e di Report che grazie alle loro inchieste hanno svelato tutti i conflitti d’interesse e i dubbi affari dell’ormai ex Sottosegretario. Sgarbi puntava a far sgonfiare il caso e la Meloni a mettere la polvere sotto il tappeto, ma grazie alla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle siamo riusciti ad ottenere una grande vittoria per l’onorabilità e l’immagine dell’Italia. Adesso auspichiamo che anche tanti altri impresentabili del governo Meloni si mettano la mano sulla coscienza e prendano queste dimissioni come un modello da seguire”.