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Mixed zone, Europa: l’umiltà di Mourinho, la delusione di Sarri e le preoccupazioni di Italiano

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Mixed zone, bene la Roma, male la Fiorentina, malissimo Lazio. L’ultima serata europea della settimana si chiude con un 3-0 della Roma contro l’Helsinki, con un 5-1 subito dalla Lazio contro il Midtjylland e con la sconfitta per 3-0 della Fiorentina, da parte dei turchi del Basaksehir. Partiamo dalla Roma, andiamo a vedere che cosa ha detto Mourinho al termine della gara.

NIENTE DI STRAORDINARIO- “Mi rifiuto di fare di questa vittoria qualcosa di straordinario, visto che abbiamo giocato 75′ in 11 contro 10. Mi spiace per loro perché avevano iniziato bene, sono una squadra senza grandissimi giocatori ma con una bella organizzazione e le idee chiare. So cosa vuol dire giocare tanti minuti in 10”.

SULLA GARA- “Dybala ha fatto il primo gol e ci ha aiutato a sciogliere la tensione, ma nella ripresa l’atteggiamento era diverso da parte di tutti. Siamo passati a una difesa praticamente a due, volevamo segnare subito, pressando alto e recuperando il pallone. Nel primo tempo avevamo interpretato la superiorità numerica in modo troppo passivo”.

RIFLESSIONI- “Una delle qualità importanti di una squadra è saper nascondere al massimo le sue difficoltà e io cerco di farlo, oltre naturalmente a esaltare le qualità. È troppo facile dire che una squadra deve fare questo o quell’altro, poi bisogna saper costruire il puzzle. Zaniolo? Nel primo tempo non abbiamo giocato bene. Lui sicuramente si è preso tante responsabilità, attaccando i difensori e dando profondità, poi è sempre generoso anche in fase difensiva”.

COME CRESCERE ANCORA- “Poche occasioni convertite? Lavoriamo per migliorare, perché è chiaro che abbiamo difficoltà. Dobbiamo migliorare la costruzione e la velocità di circolazione della palla. I talenti che abbiamo davanti devono essere cattivi e mettere la palla dentro. Anche il Gallo sembra avere già questa malattia, ha fatto qualche colpo di tacco che non è da lui, deve buttare la palla dentro in qualunque modo. Però sono contento, ora abbiamo due partite contro una squadra forte come il Betis, è qui che si deciderà tanto del girone”.

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MANCANZA DI UMILTÀ- “Purtroppo a volte non ci presentiamo in campo e vengono fuori questo tipo di partite. Fa più male perché è in Europa e perché pensavamo di essere sulla strada giusta per dare continuità ai risultati. Non abbiamo avuto umiltà. La responsabilità è la mia. Con i giocatori poi me la vedrò io. Vorrò una spiegazione”.

IN CONFERENZA- “Non vedo grande diversità dall’anno scorso, questi crolli emotivi improvvisi sono simili. La mia paura è che ci sia un fattore scatenante, un germe, mai individuato e domato. Difficile capire le motivazioni: se sono io devo fare un passo indietro, se è di un giocatore deve andare via”.

ANCORA SULL’UMILTÀ- “Da tre giorni dicevamo di essere umili, ma in campo ho visto una squadra con un livello di presunzione immenso. Giocavamo lenti e senza ritmo come se fossimo in vantaggio di quattro gol. Questa è la Lazio che si è vista l’anno scorso a Verona e a Bologna. Pensavamo che fosse una gara che prima o poi potevamo metterla a posto, ma quando si entra in campo così non c’è soluzione e non se ne viene fuori”, ha aggiunto.

SULLA GARA- “I tanti cambi? E’ difficile dire che impatto hanno avuto sulla gara e non so se è quello il problema. I sedici che sono andati in campo li ho visti tutti sullo stesso livello mentale”.

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“In questo momento siamo fragili, fragilissimi. In questo momento l’anima non ce l’abbiamo. Non troviamo il modo per accendere la scintilla. Sono preoccupato, lo sono sempre, perché gli avversari trovano sempre il modo per metterci in difficoltà. Ci manca il guizzo, la chiave per dare la svolta anche a livello mentale. Le qualità le abbiamo, ma in questo momento sembrano spente. Non mi aspettavo un secondo tempo così, non riesco a capire. Alle prime difficoltà ci sgretoliamo, una partita che tutto sommato era in equilibrio è finita 3-0. Mi sto rendendo conto che è molto difficile giocare in Europa”.

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