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Crisi Cinese: il crollo della Borsa colpisce anche l’Europa

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Chinese stock investors check their share prices at a security firm in Wuhan, central China's Hubei province on September 16, 2011. Chinese shares closed up 0.13 percent. The Shanghai Composite Index, which covers both A and B shares, gained 3.29 points to 2,482.34 on turnover of 49.6 billion yuan ($7.8 billion). CHINA OUT AFP PHOTO (Photo credit should read STR/AFP/Getty Images)

Dopo il crollo sui mercati di tutto il mondo e la tempesta finanziaria che ha colpito l’economia Cinese con l’arrivo del 2016, la Banca Centrale ha immesso 20 miliardi di dollari – pari a 130 miliardi di yuan – per riportare il sereno, mentre il governo ha concesso il via libera al riacquisto di titoli.

Restano deboli le borse e diverse le compagnie che hanno sospeso la vendita di azioni; sono circa 10 le aziende non ancora pronte a vendere sul mercato secondario, almeno per i prossimi 6 o 12 mesi.

Zhejiang Century Huatong Group è stata la prima società ad annunciare l’estensione volontaria del divieto per i propri azionisti fino al 9 gennaio 2017;  tra le altre la Shandong Sun Paper Industry, Zheijiang Sanhua e Changshu Tianyin Electromechanical.

Ripercussioni anche sulle borse europee: dopo Shangai che ha perso quasi il 7%, l’ Europa ha registrato una perdita di circa 264 miliardi di capitalizzazione. Parigi ha segnato -0,04%, Francoforte +0,01% e Londra +0,21%.

Anche la borsa italiana prova a risollevarsi dopo la chiusura negativa causata dalla crisi cinese; Milano riapre in positivo con l’indice Ftse Mib che guadagna l’1,04% a 20.948,77 punti.

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