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Datagate, l’Nsa intercettava anche Silvio Berlusconi

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La National Security Agency,  ossia l’agenzia per la sicurezza Usa, già finita nello scandalo Datagate, rivelato da Wikileaks, avrebbe spiato Silvio Berlusconi e il suo entourage in quelli che vengono definiti “i giorni neri” del governo Berlusconi (2011) e in cui l’ex premier seguì “in diretta” le varie fasi attraverso i telefoni dell’allora premier e dei suoi più stretti collaboratori.

“L’Espresso” ha pubblicato i file rilasciati dall’organizzazione di Assange.

Intanto Forza Italia rilancia la tesi del complotto mentre il premier Matteo Renzi, commentando il caso, ha assicurato: “Ci accingiamo a chiedere informazioni in tutte le sedi, anche con passi formali, sulla vicenda di Berlusconi” svelata da Wikileaks. E la Farnesina ha convocato l’ambasciatore degli Stati Uniti d’America John Phillips per avere chiarimenti.

Nel 2010 invece Berlusconi viene intercettato al telefono con Benjamin Netanyahu. Israele sta attraversando un momento delicato nei rapporti diplomatici con Washington dopo l’annuncio della costruzione di 1.600 nuove case nei territori contesi a Gerusalemme Est. Il leader israeliano all’epoca cerca sostegno dai leader di diversi Paesi europei e non e da Berlusconi, stando ai documenti dell’Nsa, ottiene la promessa che l’Italia sarà a disposizione di Israele, “nell’aiutare a rimettere a posto le relazioni di quest’ultima con Washington”.

Fra i vari leader mondiali finiti nella rete dell’Nsa, ci sarebbe anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon.

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