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Medio Oriente: Blinken in Arabia Saudita per cercare di ottenere una tregua

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Israele è pronto ad entrare a Rafah. L’allarme arriva dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen che dichiara: “Solo gli Usa possono ancora impedirlo”. L’esercito però attende il via libera del governo che dipende da almeno due fattori: l’intesa su tregua e ostaggi e il timore che la Corte penale internazionale la prossima settimana spicchi mandati di arresto per il premier Natanyahu e per il ministro della Difesa Gallant per crimini di guerra.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken, intanto, è arrivato in Arabia Saudita e in quella che è la prima tappa del un tour in Medio Oriente per cercare di ottenere un cessate il fuoco a Gaza e migliorare la crisi umanitaria nell’enclave assediata. A Riad, Blinken dovrebbe incontrare gli alti leader sauditi e tenere un incontro più ampio con Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania (che cercano da mesi di mediare un accordo tra Israele e Hamas) per discutere sulla governance della Striscia di Gaza dopo la guerra, secondo un alto funzionario del Dipartimento di Stato.

Una delegazione di Hamas, invece, dovrebbe arrivare oggi in Egitto, e dovrà rispondere all’ultima proposta di Israele per un accordo a lungo cercato sul rilascio degli ostaggi e una tregua nella Striscia di Gaza dopo quasi sette mesi di guerra. Il gruppo islamico palestinese ha detto ieri di non avere “grandi problemi” con il contenuto della più recente offerta di tregua avanzata da Israele. “L’atmosfera è positiva, a meno che non ci siano nuovi ostacoli israeliani”, ha detto all’Afp un alto funzionario di Hamas, parlando a condizione di anonimato. Gli umanitari sostengono che la guerra ha portato Gaza sull’orlo della carestia, riducendone gran parte in macerie e facendo temere un conflitto più ampio.

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