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Vertice Ue-Turchia: Ankara chiede più soldi

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Si carica di tensione il vertice Ue-Turchia sui migranti che si sta svolgendo a Bruxelles. Secondo quanto ha anticipato il Financial Times c’è il rischio concreto che l’accordo Ue-Turchia per ridurre il flusso dei migranti verso l’Europa deragli. Pare infatti che all’ultimo minuto Ankara abbia avanzato richieste politiche e di ulteriori finanziamenti, oltre ai tre miliardi già previsti. Oltre ad un aumento di fondi, Ankara chiede un accesso più veloce ai visti Schengen per i cittadini turchi ed un processo accelerato per la sua richiesta di adesione.

Il premier turco Ahmet Davutoglu, al suo arrivo a Bruxelles, aveva sottolineato l’importanza dell’incontro per le future strategie europee: “E’ il secondo vertice in pochi mesi, e questo mostra quanto la Turchia sia indispensabile per l’Ue e quanto l’Ue lo sia per la Turchia – ha premesso – abbiamo molte sfide da affrontare insieme nel nome della solidarietà. Ma il quadro deve essere visto nel suo insieme, non solo guardando al problema dei migranti irregolari ma anche al processo di ingresso nell’Ue”.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invece criticato l’Unione europea per gli oltre quattro mesi di ritardo nello stanziare i 3 miliardi di euro di fondi promessi in base a un accordo di novembre. “Sono quattro mesi. Devono ancora consegnarli”, ha detto Erdogan in un discorso ad Ankara, “Il signor primo ministro è al momento a Bruxelles. Spero che ritorni con il denaro”.

Sempre secondo il Financial Times, che ha visto le bozze delle opzioni allo studio in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 marzo la Commissione europea sta ipotizzando la creazione di un’agenzia federale per il diritto di asilo. La posizione della Commissione sembra rispondere alle preoccupazioni di Italia e Germania, due dei Paesi Ue a considerare superato il regolamento di Dublino, che tra le altre cose impone ai Paesi in cui sbarcano i migranti l’esame della richiesta di asilo. Superando le incomprensioni del passato Italia e Germania hanno fatto fronte comune per spingere l’Europa a decidere interventi incisivi, condivisi ed efficaci che consentano di gestire la drammatica emergenza migranti.

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