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Pd alla resa dei conti: direzione su congresso e voto

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Clima teso nel Pd nelle ultime ore che mancano alla direzione del partito, convocata per oggi pomeriggio alle 14.30 a Roma nella quale Matteo Renzi indicherà la road map che porterà al voto. Si accende infatti il confronto fra renziani e minoranze interne su ladership e data del voto, con il rischio scissione che diventa sempre più concreto. La minoranza non si fida e avverte che le regole del congresso vanno concordate insieme e sui tempi non possono esserci blitz. Enrico Rossi chiede un segretario di garanzia per la fase congressuale. Contro l’ipotesi di elezioni anticipate si è schierato, fra gli altri, anche l’ex premer Romano Prodi: “Si voti al tempo dovuto, nel 2018, con collegi uninominali”. Ma il dibattito nel partito resta aperto.

Renzi – durante la direzione – proporrà subito il congresso (in vista del quale è pronto a dimettersi da segretario) o le primarie per avere, con “un grande coinvolgimento una leadership legittimata da un passaggio popolare”. A patto che, avverte in una lettera che dopo la direzione invierà a tutti gli iscritti, “chi perde rispetti l’esito del voto”.

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