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Barcellona, uno dei terroristi conferma: “Volevamo colpire la Sagrada Familia”

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A Barcellona, 5 giorni dopo l’attacco alla Rambla, c’è un pentito che continua a parlare. Si tratta di Mohamed Houli Chemlal, il 21enne che è apparso in pigiama azzurro davanti ai giudici. E’ stato lui che ha permesso già nelle ore successive all’attentato di ricostruire i piani e l’identità degli aderenti alla cellula del terrore e anche di mettere a fuoco l’esistenza e il ruolo chiave dell’imam istigatore del gruppo. Chemlal ha raccontato molto dei progetti a cui lavoravano compreso quello emerso giorni fa come indiscrezione ma ora confermato: colpire l’imponente basilica della Sagrada Familia e altri luoghi simbolo di Barcellona. Era questo il piano A, ma l’esplosione nel covo dove il gruppo preparava l’esplosivo  per l’attacco (scoppio che ha causato la morte di alcuni importanti elementi del commando, tra cui lo stesso imam) ha costretto a cambiare strategia. Così, all’ultimo momento, la scelta di un altro tipo di obiettivo: la scorreria mortale sulla Rambla.

Conferme importanti dagli inquirenti. Il funzionario del ministero della Giustizia, Carles Mundó, ha confermato che si sta investigando su probabili complici nella fuga di Younes Abouyaaquob. C’è infatti un buco di 93 ore tra la folle corsa omicida sulla Rambla e la sua morte. Il killer di Barcellona, lo ricordiamo, è stato ucciso lunedi dalla polizia catalana nella campagna alla periferia di Subirats, a 45 chilometri da Barcellona. Due sono i motivi che fanno ritenere possibile l’intervento di uno o più complici: la falsa cintura esplosiva e il cambio di abbigliamento. Giovedì 17 agosto le telecamere del mercato della Boqueria lo mostravano con una maglia bianca a righe orizzontali blu che non indossava più al momento dell’uccisione. 

Un arresto in Marocco. Confermato invece l’arresto a Oujda, in Marocco, di Nourine Oukabir. Cugino 35enne dei fratelli Moussa e Driss, il primo ucciso e il secondo arrestato, Nourine è stato fermato per apologia del terrorismo. Nonostante vivesse in Marocco, era residente a Ripoll, e secondo quanto trapelato, incontrò la cellula in un bar a Ripoll per diverse ore. La polizia e i servizi di intelligence marocchina stanno anche indagando su altre tre persone legate ai terroristi di Barcellona.

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