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Ebola: vertice alla casa bianca. L’OMS avverte, 10 mila casi a settimana

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La Casa Bianca è stato indetto un vertice d’urgenza a cui prenderà parte anche il presidente degli stati uniti Barack Obama. All’incontro partecipano i responsabili delle agenzie federali statunitensi coinvolte nella lotta all’epidemia.

In precedenza Obama aveva tenuto una videoconferenza con Matteo Renzi, Angela Merkel, Francois Hollande e David Cameron.

Arriva l’avvertimento dell’Organizzazione mondiale della Sanità.

Il numero di nuovi casi di contagio per il virus dell’Ebola potrebbe salire.

“si potrebbe registrare dai 5.000 ai 10.000 casi a settimana entro la prima settimana di dicembre”

ha detto il vicedirettore generale dell’Oms, Bruce Aylward. Il virus sta uccidendo almeno il 70% delle persone colpite. In Guinea, Sierra Leone e Liberia l’ultimo bilancio dell’Oms è di 4.447 vittime, su 8.914 casi di infezione.

Intanto le autorità del Texas annunciano un nuovo caso di contagio nello stato. Si tratta di una donna, dipendente dell’ospedale di Dallas dove il virus era stato contratto anche da un’infermiera che aveva avuto in cura Thomas Duncan, il “paziente zero“.

A renderlo noto il dipartimento dei servizi sanitari locale

“L’operatrice  aveva rilevato la febbre ed è stata immediatamente isolata!”

A tal proposito il personale paramedico di Dallas si ribella.

Durante una conferenza stampa telefonica, Deborah Buger di National Nurses United, il maggior sindacato americano degli infermieri, rende noto

“al personale che per giorni ha avuto in cura Duncan in isolamento non sono state fornite tute di protezione adeguate nonostante il malato fosse in preda ad attacchi esplosivi di vomito e diarrea. Per ovviare al fatto che collo e testa erano esposti all’aria, lo stesso staff paramedico aveva cercato di rafforzare e chiudere i camici proiettivi con il nastro adesivo”

La Burger ha citato le testimonianze di molte infermiere che hanno chiesto di restare anonime per timore di ritorsioni.
Il sindacato delle infermiere denuncia altre possibili azioni che potrebbero aver esposto i malati dell’ospedale a rischio

“I sette al pronto soccorso con Duncan sono stati tenuti in isolamento per sole 24 ore prima di essere spostati in normali reparti con altri malati. Le infermiere che si sono prese cura di Duncan hanno curato anche altri pazienti. Non c’era sistema, non c’era protocollo, le regole cambiavano continuamente e il personale paramedico andava avanti senza guida”.

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