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Parigi, strage in questura: “Il killer era radicalizzato”

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Il procuratore antiterrorismo, Jean-Francois Ricard, dopo che le autorità francesi avevano dichiarato di non avere sospetti di terrorismo sull’uomo, ha reso noto che Mickael Harpon, il dipendente della questura che giovedì ha ucciso con un coltello 3 poliziotti e una funzionaria, “aderiva a una visione radicale dell’islam” ed era in contatto con individui “del movimento islamico salafita”.

Il procuratore Ricard ha aggiunto che le prime indagini hanno rivelato un’adesione del killer della questura a “certi abusi commessi in nome della religione” islamica, il “suo desiderio di non avere più alcuni contatti con le donne” e la sua “giustificazione” degli attentati contro Charlie Hebdo nel 2015.

In conferenza stampa, il procuratore ha parlato poi di “cambiamenti di abitudini” di Harpon, anche dal punto di vista “dell’abbigliamento” da diversi mesi. Sembra infatti che l’uomo avesse abbandonato “qualsiasi abito occidentale per indossare vesti tradizionali quando andava alla moschea”. Dall’inchiesta sono emersi anche “contatti fra l’autore dei fatti e diversi individui, sospettati di appartenere ad ambienti islamisti”.

Harpon, prima di convertirsi all’islam una decina di anni fa, era stato denunciato per violenze coniugali nel 2009. Poco prima di passare all’atto, l’uomo aveva scambiato con la moglie, il cui stato di fermo è stato prorogato, 33 messaggi sms in cui ha scritto frasi di ispirazione religiosa, concludendo con “Allah Akbar” e “segui il nostro amato profeta Maometto e medita il Corano”.

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