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Ex Ilva: saltano gli emendamenti allo scudo e slitta il ricorso contro ArcelorMittal

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La commissione Finanze della Camera ha giudicato inammissibili gli emendamenti presentati da Italia Viva e FI per reintrodurre lo scudo penale per l’ex Ilva. In base a quanto si apprende la motivazione sarebbe l’estraneità di materia. Luigi Di Maio aveva già ribadito la contrarietà del M5s sottolineando che non avrebbe senso “introdurre uno strumento che, secondo la stessa multinazionale, non impedirebbe di avere 5mila persone in mezzo alla strada”.

Intanto è stato depositato a Milano l’atto di citazione da parte di Mittal sul recesso del contratto.  E i sindacati scrivono all’azienda: ‘il recesso non fermi il confronto’. Con il deposito, la causa è stata iscritta a ruolo  e la prima udienza, come indicato nell’atto di citazione, si terrà a maggio.

Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri nel corso dell’audizione sulla manovra in Senato ha detto: “vogliamo il ripristino degli approvvigionamenti, l’Ilva deve continuare a produrre e il governo è impegnato collegialmente per questo obiettivo”. “gli obiettivi di bonifica sono tanto più realizzabili quanto più va avanti il piano industriale, sono strettamente legati”. Il tema all’ordine del giorno per l’Ilva non è la nazionalizzazione, ma “il rispetto degli accordi e l’individuazione di una soluzione sostenibile di mercato e di rilancio, anche per il conseguimento degli obiettivi di bonifica”. “Piano industriale e ambientale – ha aggiunto Gualtieri – sono strettamente collegati, si deve puntare al ripristino degli approvvigionamenti e che l’Ilva continui a produrre. Il governo è impegnato collettivamente e collegialmente a questo obiettivo”.

“Se provochi un disastro ambientale, si deve pagare”, ha detto invece Luigi Di Maio a ‘Fuori dal coro’, su Rete 4, parlando dell’ex Ilva, a proposito dello scudo penale. “E’ prematuro – ha aggiunto – parlare di alternative perché se lo facciamo stiamo già dicendo ad Arcelor ‘non ti preoccupare perché i disastri li ripariamo noi’, invece va responsabilizzato il soggetto che ha firmato il contratto, va fatta moral suasion e pressione per farla restare qui. Non lo abbiamo consentito a Whirpool di andarsene, non possiamo concederlo a Mittal”. L’eventuale “nazionalizzazione non potrebbe vedere il 100% dello Stato perché a norme Ue vigenti non è possibile. Tuttavia il nostro obbietivo anche in sede giurisdizionale è fare in modo che Arcelor non vada via”, ha concluso Di Maio.

“Non amiamo le nazionalizzazioni, i problemi non si possono risolvere così”, ha invece affermato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia a margine dell’assemblea di Bergamo.

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