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Mattarella ricorda la strage di Stazzema: “non vanno ignorati rigurgiti di intolleranza e di odio razziale”

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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ricorda la strage di Stazzema. “Il 12 agosto di 76 anni fa l’eccidio di centinaia e centinaia di civili inermi, soprattutto donne, bambini, anziani, rifugiati. Fu una delle stragi più efferate compiute nel nostro Paese durante l’occupazione nazista”. “Non vanno ignorati – aggiunge il capo dello Stato- rigurgiti di intolleranza, di odio razziale, di fanatismo che pure si manifestano nelle nostre società e nel mondo, a volte attraverso strumenti moderni e modalità inedite”.

“Sulla base di quei valori di umanità che i nazisti e i fascisti loro collaboratori volevano annientare – prosegue Mattarella – è stata conquistata la Liberazione e costruita la democrazia. Per questo, Sant’Anna di Stazzema è divenuta al tempo stesso un sacrario e un simbolo della nostra vita civile, dei diritti inviolabili della persona, del senso di giustizia a cui nessuna società deve rinunciare e che la Costituzione repubblicana ci indica come impegno collettivo costante. Non va mai dimenticato che la volontà di potenza può spingersi fino a produrre un’ideologia di annientamento di chi è diverso, estraneo, visto come potenzialmente nemico. Non va dimenticato che quanti sottovalutano la violenza, alla fine se ne rendono complici”.

“La memoria degli eventi più tragici e dolorosi della nostra storia costituisce un richiamo incessante per le coscienze. Particolare gratitudine sentiamo verso coloro che, a Stazzema, hanno tratto dalle loro indicibili sofferenze la forza di testimoniare, di farsi portavoce di solidarietà, di libertà, di pace, di uguaglianza tra gli uomini.

“Grazie ai sopravvissuti e ai cittadini di Sant’Anna”: “quel luogo profanato dalla violenza più crudele è diventato una pietra angolare dell’Europa e dei suoi ideali di civiltà. Anche le onorificenze di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania, recentemente conferite a Enrico Pieri e Enio Mancini, sono un prezioso segno di speranza che rende più forti le comuni basi morali e culturali del nostro Continente», conclude il Capo dello Stato.

L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, lo ricordiamo, fu un crimine commesso dai soldati nazisti della 16. SS-Panzergrenadier-Division “Reichsführer-SS”, comandata dal Max Simon e dagli austriaci, iniziato all’alba del 12 agosto 1944 a Mulina e concluso nel tardo pomeriggio a Valdicastello Carducci e Capezzano Monte. Come accertò la magistratura militare italiana non si trattò di rappresaglia, ma di un atto terroristico premeditato e curato in ogni dettaglio per annientare la volontà della popolazione, soggiogandola grazie al terrore. L’obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra i civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.

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