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Bce: preoccupazione per la deviazione dell’Italia dagli impegni assunti

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Bce preoccupata dalle “prospettive relative al disavanzo delle amministrazioni pubbliche dell’area euro che, per i prossimi due anni sono peggiorate”. Ed “è particolarmente preoccupante la circostanza che la più ampia deviazione rispetto agli impegni assunti si riscontri in Italia, un paese in cui il rapporto tra debito pubblico e Pil è notevolmente elevato”.

Per l’istituto di Francoforte: “desta preoccupazione il fatto che la conformità al patto di stabilità è più debole nei Paesi più vulnerabili agli shock. In effetti, secondo le proiezioni della Commissione europea, la maggior parte dei paesi che non hanno ancora conseguito posizioni di bilancio solide è venuta meno agli impegni assunti nell’ambito del Psc nel 2018 ed è a rischio di mancata conformità anche per il 2019”.

E tra tutti i Paesi europei, l’Italia è quella più soggetta alla volatilità dei mercati, visto che i “differenziali di rendimento dei titoli di Stato dell’area dell’euro si sono mantenuti sostanzialmente stabili, a eccezione di quelli italiani che hanno evidenziato una notevole volatilità”.

Nel frattempo, l’Eurotower ha rivisto leggermente al ribasso le stime diffuse a settembre di crescita dell’economia per il 2018 e per il 2019 nell’Eurozona. Secondo l’istituto il Pil aumenterà dell’1,9% quest’anno e dell’1,7% il prossimo. Quanto al 2020, la crescita stimata dalla Bce dovrebbe attestarsi a +1,7%, mentre nel 2021 sarà a +1,5%.

Ciononostante, il calo del rapporto tra debito e Pil per l’aggregato dell’area dell’euro dovrebbe proseguire, scendendo dall’86,8% del 2017 al 79,0% nel 2021.

“La prospettata riduzione del debito pubblico – spiega la Bce – è sostenuta sia dai differenziali negativi fra tassi di interesse e tassi crescita, sia dagli avanzi primari. I raccordi disavanzo-debito dovrebbero compensare alcuni di questi effetti. Nell’orizzonte di proiezione, il rapporto tra debito pubblico e Pil dovrebbe ridursi o stabilizzarsi sostanzialmente in tutti i paesi dell’area, sebbene in alcuni di questi sia previsto che continui a superare ampiamente il valore di riferimento del 60% del Pil. Rispetto all’esercizio dello scorso settembre, il calo del rapporto tra debito e Pil per l’aggregato dell’area dell’euro dovrebbe essere lievemente più contenuto, a causa del più debole andamento dell’avanzo primario”.

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