Caro carburanti, lo sciopero dei benzinai si ferma a metà strada. Stop finito
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Sciopero finito, in Italia si torna a fare regolarmente rifornimento di carburante. La protesta dei benzinai si è infatti fermata a metà strada, dopo la decisione presa anche dai gestori di Fegica e di Figisc-Anisa di ridurre la protesta da 48 a 24 ore. La mobilitazione è quindi terminata ieri alle 19 sulle strade ordinarie e alle 22 sulle autostrade. Una scelta fatta per i cittadini e “non certo per il governo” dicono le due sigle sindacali che in una nota congiunta sostengono che “uno degli obiettivi fondamentali, vale a dire ristabilire la verità dopo le accuse false e scomposte verso una categoria di lavoratori, è stato abbondantemente raggiunto”. La mobilitazione era stata ridotta a un solo giorno già martedì da Faib Confesercenti.
Ieri la convocazione dal capo di gabinetto del Mimit sui contenuti dell’emendamento che sarà presentato alla Camera è arrivata alle tre sigle mentre erano riunite in un’assemblea pubblica vicino a Montecitorio. L’incontro “ha confermato il persistere di molte criticità” hanno precisato Fegica e Figisc Confcommercio, ma “insistere nell’azione di sciopero per ottenere ascolto dal Governo non ha più alcuna ragione di essere”. Tuttavia, ci tiene a precisare il presidente di Fegica, Roberto Di Vincenzo, “la mobilitazione rimane in piedi”e che si resta in attesa dell’ esito del tavolo dell’8 febbraio sulla riforma del settore in cui i gestori hanno chiesto di includere anche i punti contestati del decreto Trasparenza e oggetto della vertenza, ovvero l’esposizione del cartellone con il prezzo medio regionale dei carburanti e le sanzioni in caso di inadempienza.
Sulla revoca dello sciopero è intervenuto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: “È stato apprezzato l’impegno continuo del Governo a migliorare il testo del decreto legge che mantiene fisso il principio della trasparenza a beneficio sia dei consumatori che degli stessi gestori. Soprattutto è stata riconosciuta l’importanza dell’insediamento di un tavolo permanente per il riordino complessivo del settore”.
Lo sciopero è stato considerato un flop sia dall’Angac (associazione dei gestori autonomi) secondo cui “la categoria è disarmata e delusa” che da Assoutenti, che chiede al Governo interventi sulla trasparenza da parte delle compagnie petrolifere.