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Covid, in vigore il nuovo dpcm: dagli spostamenti alle scuole Conte spiega tutte le restrizioni

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Un provvedimento “necessario” per scongiurare “il rischio della terza ondata che potrebbe arrivare già a gennaio“. Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, giustifica in diretta tv il nuovo dpcm in vigore da oggi e valido fino al 15 gennaio. “Se affrontassimo le festività natalizie con le misure attualmente in vigore nelle aree gialle, sarebbe inevitabile un’impennata dei contagi. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia” dice il premier in conferenza stampa a Palazzo Chigi, consapevole del peso delle nuove restrizioni pensate dal governo per le vacanze. Ma avverte: “la strada per uscire dalla pandemia è ancora lunga, dobbiamo scongiurare il rischio della terza ondata”.

È per questo che restano in piedi il meccanismo della divisione del Paese in tre fasce di rischio e il coprifuoco dalle 22 alle 5 (rafforzato l’1 gennaio), mentre dal 21 dicembre al 6 gennaio compreso arriva il divieto di spostarsi tra le Regioni, “anche per raggiungere le seconde case“. A Natale, Santo Stefano e Capodanno, inoltre, non ci si potrà muovere dal proprio comune se non per motivi di lavoro, salute o necessità. Resta la possibilità di rientrare al domicilio, abitazione e residenza.

Gli spostamenti. Nonostante le proteste dei governatori di centrodestra e di un gruppo di senatori del Pd, l’esecutivo conferma quindi la linea dura sugli spostamenti. Nel dpcm non è stata inserita alcuna deroga per consentire i ricongiungimenti familiari, ma il premier ha chiarito che il rientro nella propria abitazione “permetterà ad esempio il ricongiungimento di coppie lontane“. Inoltre “nei casi di necessità ricorre pure la possibilità di prestare assistenza a persone non autosufficienti“. Chi ha un genitore anziano che ha bisogno di cure, quindi, potrà spostarsi senza problemi.

Cenoni – Nel corso del suo intervento, il presidente del Consiglio ha poi toccato il tema delle cene e dei veglioni natalizi: “Sono consapevole che è un problema sentito da tutti gli italiani”, ha spiegato, cercando di rassicurare i cittadini. “In un sistema democratico non possiamo entrare nelle case delle persone. Possiamo limitarci solo a una forte raccomandazione: non bisogna ricevere a casa persone non conviventi, specie in queste occasioni dove i festeggiamenti sono più intensi”. L’obiettivo è sempre quello di “proteggere i genitori e i nonni più anziani”.

Scuola. Un altro nodo affrontato dal capo del governo Conte è quello della riapertura degli istituti scolastici: l’esecutivo alla fine ha deciso di consentire il ritorno in classe dei ragazzi delle superiori a partire dal 7 gennaio (e non da metà dicembre, come avrebbe voluto parte della maggioranza). “In ogni scuola sarà garantita la didattica in presenza per il 75% degli studenti“, ha chiarito, sottolineando che le condizioni per un “rientro in sicurezza” ci sono e che verranno istituiti dei tavoli con i prefetti per organizzare orari e trasporti.

Viaggi all’estero – Per quanto riguarda “gli italiani che andranno all’estero per turismo dal 21 dicembre al 6 gennaio” Conte fa sapere che “al rientro dovranno sottoporsi alla quarantena“. Stessa cosa vale per i turisti stranieri che arrivano in Italia nello stesso periodo dovranno sottoporsi dalla quarantena”. Inoltre, gli impianti sciistici saranno chiusi dal 4 dicembre al 6 gennaio. E dal 21 dicembre al 6 gennaio sono sospese le crociere.

Bar e ristoranti – “Nell’area gialla, bar, ristoranti e pizzerie saranno aperti sempre a pranzo, anche a Natale e Santo Stefano. Nelle aree arancioni e rosse, saranno aperti dalle 5 alle 22 solo per asporto, la consegna a domicilio sarà sempre possibile”.

“Gli alberghi rimangono aperti in tutta Italia ma il 31 sera non si potranno organizzare veglioni e cene, i ristoranti degli alberghi chiuderanno alle 18. Dopo quell’ora sarà consentito solo servizio in camera”. I negozi “dal 4 dicembre al 6 gennaio potranno rimanere aperti fino alle 21. Dal 4 dicembre al 15 gennaio nei giorni festivi e prefestivi nei centri commerciali saranno aperti solo farmacie, parafarmacie, sanitari, tabacchi, edicole e vivai”.

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