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Domani l’Italia allenta il lockdown e riaprono alcune attività, ma non tutte le regioni seguono la linea del Governo

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Domani 14 aprile l’Italia allenta il lockdown e riapriranno molti esercizi commerciali tra cui librerie, cartolerie, negozi di vestiti per bambini e neonati. Ma a ripartire saranno anche studi professionali e i magazzini delle industrie che si potranno così rifornire di materie prime in vista della ripresa definitiva. Tuttavia l’indicazione del Governo italiano non è stata accolta all’unanimità da tutte le regioni.

Quali sono le attività interessate dallo sblocco: alcuni codici Ateco legati ad esempio al settore dell’agricoltura e del legname: silvicoltura ed utilizzo aree forestali; fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura; commercio all’ingrosso di fertilizzanti e di altri prodotti chimici per l`agricoltura; cura e manutenzione del paesaggio. Per le attività che restano sospese sarà comunque possibile entrare in azienda per vigilanza o manutenzione, per la gestione dei pagamenti (a partire dalle buste paga) e per la sanificazione.

Si potranno anche spedire e ricevere merci, tutto previa comunicazione al Prefetto. Le fabbriche e le attività aperte devono assicurare “prioritariamente la distribuzione e la consegna di prodotti deperibili e dei generi di prima necessità”. Inoltre è stata prevista la riapertura dei magazzini delle industrie che potranno così far viaggiare i migliaia di container fermi nei porti con le loro materie prime. Questo è il preludio alla ripartenza visto che senza materie prime anche le industrie non possono ricominciare a produrre.

A riaprire i battenti, ci sono anche: librerie, cartolerie, ma anche commercio al dettaglio di prodotti di abbigliamento per bambini e neonati, lavanderie, negozi di ferramenta e vernici.Riprendono le attività anche gli esercizi non specializzati di computer, le rivendite di periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica audio e video ed elettrodomestici. Via libera agli esercizi specializzati per prodotti medicali e ortopedici, al commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia.

Per l’elenco completo è comunque possibile consultare la Gazzetta Ufficiale.

Come detto prima, molte regioni hanno deciso di non attenersi alle indicazioni governative sulle riaperture.

In Lombardia, i numeri dell’epidemia non sono ancora rassicuranti: per questo il governatore Fontana è stato il primo a emanare l’ordinanza con la quale “scavalca” il decreto nazionale e ordina la proroga del blocco. Sì alla riapertura di negozi di articoli per bambini e neonati ma no a librerie e cartolerie.

Il Piemonte come la Lombardia, proroga le misure attualmente in vigore fino al 3 maggio, con una ordinanza firmata dal presidente della Regione, Alberto Cirio. Restano quindi chiuse anche le librerie, le cartolibrerie e i negozi di abbigliamento per l’infanzia.

Anche la Campania posticipa la riapertura di librerie e cartolerie: queste attività resteranno chiuse fino al 3 maggio. E’ quanto stabilisce un’ordinanza dal presidente della Regione Vincenzo De Luca, il quale ricorda che “risultano diffusi sul territorio nuovi e diversi cluster familiari e locali, presumibilmente originati dalla inosservanza delle misure di distanziamento sociale prescritte, che destano notevoli preoccupazioni”. Quanto ai negozi che vendono abbigliamento per bambini e neonati, riaperti dal Dpcm nazionale, De Luca stabilisce che in Campania potranno operare solo due mattine a settimana, il martedì e il venerdì con orario 8:00-14:00. Nella settimana del 1 maggio 2020, l’apertura è consentita nelle mattinate del martedì e del giovedì, sempre dalle 8 alle 14.

Il Veneto invece va controcorrente: il 60% delle aziende venete non ha mai chiuso, pur rispettando le norme in vigore. Da una parte vengono strette le norme di convivenza con la distanza sociale portata a 2 metri soprattutto quando ci si trova in coda magari al supermercato. Dall’altra si dà fiducia ai veneti autorizzando le grigliate nei giardini di famiglia (ma senza invitare estranei al nucleo familiare) e l’attività fisica solitaria oltre i 200 metri da casa.

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