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GianGilberto Monti presenta “Opinioni da Clown”-L’intervista

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Questo sabato 14 marzo lo chansonnier milanese GianGilberto Monti  sarà in concerto al Circolo dei lettori  di Torino (Via Bogino, 9 – inizio spettacolo ore 21.00) per presentare al pubblico con un concerto-spettacolo il nuovo album d’inediti “Opinioni da Clown” (Egea Music/ed. Warner Chappell). Durante la serata Monti sarà accompagnato sul palco da Paolo Rigotto alla batteria e alle percussioni, Massimo Villa alle chitarre e Roberto Carlotti alla fisarmonica, al bouzouki e al mandolino.

“I clown, quando cantano, ci ridono sopra. Fanno i pagliacci, ma non sono marionette. Ecco perché non se ne stanno mai zitti…”

Cover_Opinioni da Clown_b

Il cantautore con “Opinioni da Clown” porta in scena un divertente racconto musicale sulla storia del clown, mischiando canzoni originali, aneddoti storici e improvvisazioni sul pubblico. Un concerto-spettacolo da cantastorie ironico che volge lo sguardo alla società attuale, tra re e buffoni che si scambiano quotidianamente i ruoli. Ospite della serata Pellizza, il chitarrista Davide Pelizzari della Banda Elastica Pellizza, che ha anche contribuito musicalmente all’album e affiancato vocalmente Giangilberto nel brano “Laurel & Hardy”.

“Opinioni da clown” è il nuovo album d’inediti di Giangilberto Monti, disponibile nei negozi tradizionali in digital download e sulle piattaforme streaming, che riassume trent’anni di attività dell’artista, tra cantautorato e comicità. Arrangiato dal torinese Bati Bertolio, l’album è composto da 13 brani, alcuni scritti per l’occasione e altri, legati a esperienze e collaborazioni artistiche, composti in passato e mai pubblicati. Nel disco si annoverano importanti collaborazioni musicali tra cui quella di Mauro Pagani, Sergio Conforti (il Rocco Tanica di Elio & Le Storie Tese) e il bluesman piacentino Ubi Molinari. Importanti sono anche le presenze di alcuni comici noti tra cui Nino Formicola, Raul Cremona e Giovanni Storti (del trio Aldo, Giovanni & Giacomo).

Abbiamo scambiato qualche battuta con GianGilberto Monti per farci raccontare  da vicino il suo mondo    diviso tra cantautorato e comicità- L’intervista.

Giangilberto Monti_foto di Daniele Poli_2_b

L’album “Opinioni da Clown” ha un titolo abbastanza provocatorio. Da cosa è stato ispirato?

E’ un progetto ispirato al romanzo di Heinrich Böll  che vuol raccontare in maniera divertita ed ironica il rapporto che c’è sempre stato nella società  fra il comico e il politico esattamente come quello che negli anni addietro accadeva fra il Re e il buffone.

L’album è composto da 13 brani inediti, quando sono stati scritti?

Negli ultimi anni mi sono dedicato molto alla rilettura della comicità italiana. Ho fatto molte ricerche fra libri, dizionari e saggi ed ho ripreso in mano tutto il lavoro che ho iniziato con la mia carriera di cantautore negli anni 70. Alcuni brani contenuti all’ interno di “Opinioni da Clown” non sono mai stati incisi su disco ma sono stati eseguiti dal vivo perché appartenenti a spettacoli passati , altri  invece sono stati scritti ad hoc per questo progetto.

Si tratta di un album pieno di metafore, perché questa scelta?

E’ una tecnica che si miscela al cantautorato dove la metafora viene utilizzata per non dire in prima battuta quello che accade. Non si tratta di canzoni comiche  a tutti gli effetti , il mio album non vuole essere un progetto  umoristico, piuttosto una via di mezzo.

“Opinioni da Clown” vanta diverse collaborazioni.Come sono nate?

Ci sono alcuni che hanno preso parte a questo progetto come Raul Cremona e Giovanni Storti (del trio Aldo Giovanni&Giacomo) che sono miei amici più che colleghi, io li definisco ragazzi di periferia dato che ci conosciamo sin da piccoli.  Poi c’è  Nino Formicola il cui  incontro è sicuramente più recente e poi  c’è anche Sergio Conforti con il quale ho lavorato tanto ai tempi del primo Zelig,negli anni 80 .

Ogni clown ha la sua parte triste.  In “Opinioni da Clown” dove viene evidenzia questo aspetto ?

Sicuramente nel brano “Ora vado” che poi è l’unica canzone d’amore dell’album . D’ altronde ogni clown che si rispetti, ha in sè una parte tragicomica tipica della figura stessa che egli rappresenta. Da un lato infatti, ha una visione molto più chiara della società, come se  guardasse il mondo dal punto di vista di un bambino e recepisce immediatamente le cose distinguendo  ciò che funziona da quello che non  va , e proprio da quest’ultimo aspetto ne deriva una sorta di tristezza di fondo,  ma lui continua a mostrarsi allegro e ribalta nuovamente il punto di vista.

Qual è il brano più datato di “Opinioni da Clown”?

 “Alla fine della festa” che poi è anche il brano con il quale si chiude il  mio disco, inoltre è anche l’unica cover  di “Opinioni da Clown”.  Il brano  è di Dario Fo e Fiorenzo Carpi  ed è stato eseguito una sola  volta in pubblico , per l’ esattezza era la canzone con la quale si chiudeva il primo tempo de L’opera dello sghignazzo (1981) dello stesso Fo, libera riduzione dell’ Opera da tre soldi di Brecht-Weill. Successivamente l’ ho riadattato e l’ho tenuto nel cassetto per moltissimi anni, più di trenta.

Lei ha lavorato nella compagnia di Dario Fo e Franca Rame, che ricordo ha di quegli anni?

E’ stata una grande scuola, mi hanno insegnato entrambi tantissimo ed è stato un momento importante di crescita personale umana ed artistica. E’ stato l’ultimo anno di scuola di teatro e farà parte di quelle cose che  mi porterò dietro per tutta la vita. Con loro ovviamente feci un regolare provino ma in realtà quando li ho incontrati avevo già pubblicato tre album, diciamo che ero già un cantante e autore a tutti gli effetti, avevo già fatto il classico iter di concerti,dischi e radio.

L’esperienza più significativa di tutta la sua carriera artistica?

Dal punto di vista discografico quella che ricordo con grande affetto è stato un album scritto nel 1982 e pubblicato nel 1983, uscito subito dopo la mia esperienza con Dario Fo. Una specie di rock-opera che  ho scritto con Flavio Premoli  (tastierista dei PFM) dal titolo “Guardie e ladri”. Una sorta di musical su disco che tra ‘altro è stato  l’ultimo album nella mia carriera artistica perchè da lì ho lasciato la discografia ufficiale per immergermi totalmente nel teatro del cabaret.

“Opinioni  da Clown” è nato prima come progetto discografico o teatrale?

Le cose per me, da diversi anni  viaggiano in parallelo. Solitamente quando compongo canzoni per un disco immagino contemporaneamente anche cosa possa legare queste canzoni ed inizio così a raccontare una storia. Il desiderio  è che lo spettatore possa avere sempre qualcosa in più della canzone.

www.giangilbertomonti.it 

www.youtube.com/user/GiangilbertoMonti?blend=22&ob=5

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Carmen De Sio

c.desio@art-news.it

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