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Guerra in Medioriente, “No” a cessate il fuoco, possibile una pausa umanitaria

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Israele prosegue l’operazione nella Striscia di Gaza e si prepara a stringere l’assedio su Gaza City, dove reparti delle forze armate (Idf) sono già entrati. Non hanno intenzione di cessare il fuoco, ma nella sua visita odierna, il Segretario di Stato americano Antony Blinken punterà a fare pressione sul governo israeliano perché approvi una pausa umanitaria per alleviare le sofferenze della popolazione della Striscia di Gaza e permettere che vengano rilasciati gli ostaggi. Ad anticiparlo è New York Times citando funzionari della Casa Bianca, secondo i quali Blinken non discuterà di un ”cessate il fuoco”, ma di una serie di brevi finestre senza attacchi per consentire il rilascio degli ostaggi e la distribuzione degli aiuti.

E oggi potrebbe essere una giornata chiave anche per quanto riguarda Hezbollah. C’è uno stato di attesa per ciò che dirà il segretario generale del partito sciita libanese, Hassan Nasrallah, apparendo per la prima volta in tv dall’inizio della guerra tra Hamas ed Israele.

Musa Abu Marzouk, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha affermato qualche giorno fa che “ci si aspetta molto da Hezbollah”, ma fonti informate hanno riferito ad Al Jazeera che il partito sciita sta cercando di limitare le sue perdite negli scontri con Israele, che nelle ultime tre settimane sono state di circa 50 combattenti. Per compensare parte dell’imbarazzo generato dal suo prolungato silenzio, il capo di Hezbollah ha diffuso un messaggio in cui chiedeva al suo partito di chiamare i combattenti uccisi in seguito agli scontri con l’esercito israeliano come “martiri sulla via per Gerusalemme”.

Le mosse di Hezbollah vengono monitorate anche dagli Stati Uniti, che hanno dispiegato altri uomini e mezzi nella regione per difendere le proprie forze armate presenti.

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