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Guerra Russia-Ucraina: dagli Usa il primo via libera agli aiuti a Kiev

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Kiev sorride: arriva il primo via libera della Camera statunitense agli aiuti. Mentre, il segretario generale della Nato Stoltenberg promette di fornire altri sistemi di difesa aerea oltre ai Patriot. Ma Zelensky avverte: “Ne servono sette. Scelgano se siamo davvero alleati”. Parlando in videoconferenza con i ministri della Difesa dell’Alleanza Atlantica, il presidente ucraino ha aggiunto: “Il nostro cielo deve diventare di nuovo sicuro e dipende interamente dalla vostra scelta. Scegliere se la vita ha davvero lo stesso valore ovunque. Scegliere se avete un atteggiamento uguale verso tutti i partner”. Il segretario di Stato americano Blinken al termine del G7 di Capri ha inviato un messaggio a Putin in cui si legge: “Non abbandoneremo mai Kiev”.

Gli altri aiuti a stelle e strisce per l’Ucraina. Dunque, c’è il primo via libera della Camera americana al pacchetto da 95 miliardi di dollari che, oltre a quelli per Kiev, prevede aiuti anche per Israele e Taiwan. I democratici si sono schierati al fianco dello speaker repubblicano Mike Johnson in modo da superare l’opposizione guidata dalla trumpiana Marjorie Taylor Greene. Il voto finale è stato fissato per sabato 20 aprile.

La promessa della Nato a Kiev. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg dopo il consiglio Nato-Ucraina, ha dichiarato: “La Nato ha mappato le capacità degli alleati, ci sono sistemi che possono essere dati all’Ucraina, mi aspetto nuovi annunci presto: in aggiunta ai Patriot ci sono altri sistemi che possono essere forniti come i Samp-T”.

Le notizie dal fronte. Almeno nove persone sono morte, tra cui due bambini, e altre sono rimaste ferite in un attacco missilistico russo che ha colpito la regione di Dnipropetrovsk. L’Ucraina ha poi reso noto che per la prima volta dall’invasione russa, le sue forze hanno abbattuto un bombardiere nemico a lungo raggio. Un bombardiere utilizzato per lanciare missili cruise contro le città del Paese e caduto nel territorio di Stavropol. Mosca ha però negato.

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