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Juventus: le motivazioni Figc del -15. I bianconeri confermano il ricorso al Coni

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Giustizia sportiva-Juventus: tutto in un giorno. La Corte d’Appello Federale pubblica le motivazioni della sentenza relativa ai 15 punti di penalizzazione in campionato per le plusvalenze e il club bianconero replica annunciando comunque ricorso al Coni. Partiamo da quanto reso noto dalla Corte d’Appello Federale. In sostanza: ci sono dei nuovi fatti che hanno supportato la tesi della Procura a sostegno della riapertura del processo sulle plusvalenze che in precedenza si era risolto con un’archiviazione. Ergo: il -15 è giustificato da nuovi elementi.

Le motivazioni. Nel dispositivo della sentenza si legge: “È indiscutibile che il quadro fattuale determinato dalla documentazione trasmessa dalla Procura della Repubblica di Torino alla Procura Federale, e da questa riversata a sostegno della revocazione, non era conosciuto dalla Corte Federale al momento della decisione revocata e, ove conosciuto, avrebbe determinato per certo una diversa decisione. Esattamente secondo quanto previsto dall’art. 63, comma 1, lett. d), CGS. E si tratta di un quadro fattuale sostenuto da una impressionante mole di documentazione probatoria”.

La conclusione categorica e la spiegazione sul perchè si è passati dal -9 chiesto dal Procuratore Federale ai -15. La stessa Corte d’Appello Federale sottolinea: “I bilanci della FC Juventus S.p.A. (cui Consob si riferisce) semplicemente non sono attendibili. Tenuto allora conto dei precedenti che hanno riguardato alterazioni contabili protratte per più esercizi ovvero di rilevanti dimensioni ed intensità (che in passato hanno portato a penalizzazioni di valore oscillante ma, in taluni casi, anche significative), si ritiene necessario rideterminare la sanzione rispetto alle richieste della Procura federale”.

Pertanto, nel merito è stato ritenuto che la Vecchia Signora abbia commesso l’illecito. Nelle motivazioni si legge ancora: “Vista la documentazione proveniente dai dirigenti del club con valenza confessoria e dai relativi manoscritti, le intercettazioni inequivoche e le ulteriori evidenze relative a interventi di nascondimento di documentazione o addirittura manipolatori delle fatture. Oggi è esattamente un tale quadro fattuale ad essere radicalmente mutato”.

I giudici precisano: “Il fatto nuovo che prima non era noto è proprio l’avvenuto disvelamento della intenzionalità sottostante all’alterazione delle operazioni di trasferimento e dei relativi valori. Il fatto nuovo è l’assenza di un qualunque metodo di valutazione delle operazioni di scambio e, invece, la presenza di un sistema fraudolento in partenza (quanto meno sul piano sportivo) che la Corte Federale non aveva potuto conoscere e alla luce del quale la decisione deve essere diversa da quella qui revocata”.

Un altro passaggio importante. La Corte aggiunge: “Diventano rilevanti le operazioni di nascondimento operate da alcuni dirigenti della Juventus che si sono spinte sino ad intervenire correggendo ‘a penna’ le fatture ricevute dalla controparte per non far emergere la natura permutativa dell’operazione compiuta (evidenze contenute nel file n. 733488 trasmesso alla Procura federale dalla Procura della Repubblica di Torino)”.

Campionati falsati. Per farla breve, i giudici spiegano: “Tutte queste considerazioni portano di conseguenza a una sanzione che deve essere proporzionata anche all’inevitabile alterazione del risultato sportivo che ne è conseguita tentando di rimediare ad una tale alterazione, così come deve essere proporzionata al mancato rispetto dei principi di corretta gestione che lo stesso Statuto della Figc impone quale clausola di carattere generale in capo alle società sportive (art. 19)”.

Senza dimenticare la grave circostanza rappresentata dal “libro nero” dell’ex direttore sportivo juventino Fabio Paratici oggi al Tottenham: “Costituisce un elemento oggettivo non equivocabile. Tanto più tenuto conto della circostanza che scopo del processo sportivo non è, evidentemente, inferire la consumazione di eventuali fattispecie di illecito a carattere penalistico. Oggetto di giudizio è solo la violazione delle norme sportive: nello specifico, dell’art. 4, comma 1 e dell’art. 31, comma 1. Rilevantissime sono poi le intercettazioni telefoniche o ambientali (e le acquisizioni documentali) citate dalla Procura federale”.

Il perchè dell’assoluzione degli altri club coinvolti. Quanto alle altre società assolte, nelle motivazioni c’è scritto: “Il sospetto che eventualmente può inferirsi con riguardo alle suddette società non è sufficiente a determinare una condanna. Venendo ora al merito del giudizio rescissorio, appare inevitabile tenere distinte le posizioni riguardanti la Juventus rispetto alle altre squadre. La ragione della necessaria distinzione di merito riposa, ed è considerazione sin troppo ovvia, nella circostanza che la Juventus e i relativi amministratori e dirigenti sono stati oggetto di diffuse e ripetute evidenze dimostrative prodotte dalla Procura federale. Evidenze che connotano un canone di comportamento sistematico e non isolato”.

La Juventus replica e annuncia comunque ricorso al Coni. Ricevute le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello Federale, la Vecchia Signora ufficializza il previsto ricorso al Collegio di Garanzia del Coni con una nota relativa alla sentenza: “Un documento, prevedibile nei contenuti, alla luce della pesante decisione, ma viziato da evidente illogicità, carenze motivazionali e infondatezza in punto di diritto”.

Il resto del comunicato bianconero. La Juve spiega: “La Società e i singoli si opporranno con ricorso al Collegio di Garanzia presso il Coni nei termini previsti. Juventus Football Club e il suo collegio di legali hanno letto con attenzione e analizzeranno a fondo le motivazioni, pubblicate poco fa, della decisione delle Sezioni Unite della Corte Federale d’Appello. La fondatezza delle ragioni della Juventus sarà fatta valere con fermezza, pur nel rispetto dovuto alle istituzioni che lo hanno emesso”. L’impressione è che siamo solo all’inizio di un terremoto sportivo clamoroso, visto che sono sempre in sospeso, cioè in attesa di essere giudicate dalla Figc, le questioni relative agli stipendi dei calciatori e alle partnership. Questioni già sotto la lende d’ingrandimento della magistratura ordinaria.

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