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Lavoro, l’Inps: con 30 anni di contributi e un salario di 9 euro lordi l’ora 750 euro di pensione

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Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nella relazione sul XXI Rapporto annuale dell’istituto sottolinea che la distribuzione dei redditi tra i lavoratori dipendenti “si è ulteriormente polarizzata”, con una quota crescente di lavoratori “che percepiscono un reddito da reddito inferiore alla soglia di fruizione del reddito di cittadinanza” . Viene inoltre sottolineato che il 23% dei lavoratori guadagna meno di 780 euro al mese, tenendo conto anche dei part-time, mentre “l’1% dei lavoratori meglio retribuiti – si legge ancora – ha visto un ulteriore aumento di un punto percentuale della loro quota sulla massa retributiva complessiva”.

Nel rapporto Inps viene evidenziato che nel 2021 i pensionati con redditi da pensione inferiori a 1.000 euro al mese erano il 32% del totale, pari a circa 5 milioni 120mila persone. Un dato che però considera gli importi maggiorati delle integrazioni al minimo associate alle prestazioni, delle varie forme d’indennità di accompagnamento, della quattordicesima mensilità e delle maggiorazioni sociali associati alle prestazioni. L’Inps evidenzia quindi che la percentuale di pensionati con reddito inferiore a 12.000 euro è però pari a 40% se si considera solo gli importi delle prestazioni al lordo dell’imposta sul reddito personale.

Inoltre viene spiegato che sono oltre 4,3 milioni i lavoratori che percepiscono meno di 9 euro lordi l’ora e che un lavoratore con 30 anni contributi potrebbe avere una pensione a 65 anni di circa 750 euro. Questo il quadro del futuro previdenziale della generazione X ossia dei nati tra il 1965 e il 1980.

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