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Mascherine, polemica sul prezzo. Confcommercio: “cifra troppo bassa”

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Confcommercio va all’attacco sulla cifra indicata dal governo per la vendita delle mascherine, ossia 50 centesimi. Una cifra che per la vicepresidente Prampolini “con le attuali dinamiche di mercato non sta né in cielo né in terra”. “Le aziende – sottolinea – hanno in carico le mascherine ad un prezzo maggiore”. Quindi la richiesta di rivedere la cifra, “portandola almeno a 60 centesimi”. “Altrimenti – dice Prampolini – l’effetto immediato sarà che smetteremo di importarle. “Intanto molte aziende hanno bloccato vendite e ordini. Il problema è che per l’ennesima volta il governo non si è confrontato”, sostiene la vicepresidente di Confcommercio.

D’accordo con Prampolini il governatore del Veneto, Luca Zaia: “Se tu dici che 50 centesimi è il prezzo fisso di una mascherina, tutta la produzione nazionale sparisce”, afferma il predisente della Regione. “50 centesimi – aggiunge- è il prezzo alla produzione delle mascherine in Italia. Noi per equilibrare il mercato abbiamo comprato mascherine chirurgiche fatte in Veneto, e il prezzo era a un euro. Bisogna dare aiuto alle imprese nazionali per stare sul mercato”, ha concluso.

Intanto un accordo firmato dal commissario straordinario Domenico Arcuri con l’Ordine dei farmacisti, Federfarma e Assofarm, prevede che alle farmacie che hanno acquistato mascherine e dispositivi di protezione ad un prezzo superiore ai 50 centesimi verrà garantito un “ristoro ed assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal governo”.

Tutte le farmacie e le parafarmacie italiane “saranno messe in condizione dal commissario Arcuri – sottolinea una nota degli uffici del commissario – di vendere a tutti i cittadini le mascherine chirurgiche al prezzo massimo di 0,50 euro al netto dell’iva”.

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