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Medio Oriente: liberati due ostaggi israeliani, ma tre sono morti. Biden furioso con Netanyahu

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Dopo l’operazione israeliana a Rafah, in cui sono stati liberati Fernando Simon Marman, 60 anni, e Louis Har, 70 anni, entrambi con doppia nazionalità, israeliana e argentina, Hamas ha fatto sapere che sono morti tre degli ostaggi israeliani rimasti feriti durante i raid delle forze israeliane nella Striscia di Gaza. Lo affermano in un messaggio audio le Brigate al-Qassam. Ieri Hamas aveva parlato di due ostaggi morti e altri otto feriti a causa di operazioni israeliane, senza però fornire i nomi.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha incontrato gli uomini dell’unità d’elite antiterrorismo Yamam che hanno contribuito alla liberazione definendola “una delle operazioni di salvataggio di maggior successo nella storia dello Stato di Israele. Avete eliminato i rapitori, i terroristi e siete tornati in Israele indenni. Un’operazione perfettamente eseguita”, ha sottolineato Netanyahu, che ha incontrato le forze antiterrorismo insieme al ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir che, secondo il Times of Israel, era stato lasciato fuori dalla War Room mentre l’operazione era in corso.

Intanto secondo la Nbc il presidente americano Joe Biden sarebbe sempre più furibondo con Netanyahu per la campagna militare a Gaza e addirittura si sarebbe lasciato andare anche ad insulti verso il premier israeliano. “Il presidente Biden ha detto che i morti civili a Gaza sono troppi. Se sono troppi allora forse devi dare a Israele meno armi, è abbastanza logico”. Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell nel corso della conferenza stampa con il commissario dell’agenzia Unrwa dell’Onu Philippe Lazzarini. “Tutti vanno a Tel Aviv e chiedono ‘per piacere, ci sono troppe vittime, uccidete meno civili’ ma Benjamin Netanyahu non ascolta nessuno. Forse è il caso di smettere di chiedere per piacere e fare qualcosa”, ha aggiunto Borrell. Riguardo alle ultime richieste di evacuazione Borrell ha poi polemicamente chiesto: “E dove, sulla luna?”.

Anche la Turchia condanna senza mezzi termini i bombardamenti israeliani nella città di Rafah, definiti “parte di un piano di pulizia etnica” che danneggia “gli sforzi per un cessate il fuoco”. L’Egitto invece respinge con forza “lo sfollamento dei palestinesi dalla Striscia di Gaza”. Lo ha detto il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukri, che in dichiarazioni al canale egiziano Al Qahera ha lanciato l’allarme per il “livello senza precedenti di distruzione e uccisione di civili a Gaza”. “La situazione a Gaza sta peggiorando e costituisce una violazione del diritto internazionale – ha detto – Non possiamo accettare la perdita di altre vite civili nella Striscia”.

Intanto Israele ha deciso di negare l’ingresso nel Paese a Francesca Albanese, inviata del Consiglio dei diritti umani dell’Onu. La decisione, hanno fatto sapere i ministeri degli Esteri e degli Interni, è legata “alle sue oltraggiose affermazioni che le vittime del massacro del 7 ottobre non sono state uccise per la loro ebraicità ma in risposta all’oppressione israeliana”.

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