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Medioriente, l’uccisione della giornalista: alta tensione e condanna Onu

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Il Consiglio di sicurezza dell’Onu condanna fermamente l’uccisione della giornalista palestinese-americana Shireen Abu Akleh e il ferimento di un altro reporter, nella città di Jenin in Cisgiordania. E’ una delle poche volte in cui le Nazioni Unite prendono una posizione unanime su un argomento riguardante Israele.

Altre reazioni Onu. Le Nazioni Unite hanno anche chiesto un’indagine immediata, approfondita, trasparente e imparziale sull’omicidio. Peraltro, nella giornata di venerdi 13 maggio un nuovo triste episodio ha segnato la vicenda: la polizia israeliana ha attaccato la folla che partecipava al funerale della giornalista a Gerusalemme.

Le indagini. In tutto questo i media riferiscono di un’analisi balistica dello Stato maggiore di Tel Aviv, dalla quale emergerebbe che il proiettile che ha ucciso Abu Akleh proveniva da posizioni israeliane: era destinato a un miliziano palestinese, ma avrebbe mancato il bersaglio e colpito la giornalista che era sulla linea di tiro.

Le cariche della polizia sui partecipanti al funerale. Gli incidenti sono cominciati all’uscita del feretro dall’ospedale a Beit Hanina, quartiere arabo di Gerusalemme est, quando la polizia ha impedito che la bara della giornalista, coperta dalla bandiera palestinese, fosse issata in spalla da un gruppo di persone. A Gerusalemme è vietato sventolare la bandiera palestinese. Il feretro, sotto la carica degli agenti ha ondeggiato ed è quasi caduto in  terra.

Le reazioni. “L’Unione europea è sconvolta”, ha commentato l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, aggiungendo: “Condanniamo l’uso sproporzionato della forza e il comportamento irrispettoso della polizia israeliana nei confronti dei partecipanti al corteo funebre”.

Prime ammissioni israeliane. Shireen è stata uccisa mercoledì scorso da un proiettile alla testa durante un raid israeliano in un campo profughi nel nord della Cisgiordania, territorio palestinese occupato da Israele fin dal 1967 dopo la “guerra dei 6 giorni”, mentre documentava un’operazione delle Forze di difesa israeliane a Jenin. L’Autorità palestinese, Al Jazeera e il governo del Qatar hanno subito accusato l’esercito di Israele di averla uccisa.

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