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Meloni al confronto sulle riforme: Conte boccia il ‘presidenzialismo’. Aperture da Calenda

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La premier Giorgia Meloni, coadiuvata da un’ampia delegazione del governo, ha aperto oggi gli incontra con le opposizioni sul tema delle riforme. Il primo confronto con il M5S, avrebbe fatto emergere una convergenza sulla necessità di garantire all’Italia governi stabili, ma allo stesso tempo Conte si è detto contrario all’elezione diretta del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio.

Le parole di Conte: “Almeno da questo primo incontro non è arrivata una condivisione: siamo per soluzioni sensate e anche a un rafforzamento dei poteri del premier ma in un quadro equilibrato, che non mortifichi il modello parlamentare che è molto utile per l’inclusività e favorisce la soluzione dei conflitti. E ci sta molto a cuore la funzione del presidente della Repubblica che è di garanzia e serve alla coesione nazionale, ha un ruolo chiave”.

Scettici sul presidenzialismo anche gli esponenti del gruppo per le Autonomie e Componente Minoranze Linguistiche: “Condividiamo in pieno l’obiettivo di dare stabilità al sistema politico italiano, capiamo e siamo convinti che si deve trovare una soluzione per dare più stabilità. Se sia il premierato o come in Germania la sfiducia costruttiva si può discutere, l’unico punto su cui siamo scettici è il presidenzialismo”, ha detto la presidente Julia Unterberger.

Prime aperture arrivano invece da Azione di Carlo Calenda: “Siamo disponibili a collaborare per l’ovvia ragione che anche noi condividiamo l’esigenza di avere maggiore stabilità dei governi e l’esigenza di avere una maggiore efficienza dell’apparato complessivo. Una collaborazione possibile per noi c’è, ma la garanzia del Capo dello Stato è la linea rossa”.

Sia Conte che Calenda si dicono invece propensi ad una commissione parlamentare ad hoc, che sarebbe un buon modo per mantenere aperto il dialogo e chiarire determinati punti, evitando colpi di maggioranza per ridefinire in modo rivoluzionario l’assetto costituzionale.

Forti dubbi anche da + Europa: “C’è stato chiesto, al di là del metodo, che cosa pensiamo delle diverse opzioni per la stabilità. Per lei equivale all’elezione diretta. Ecco noi crediamo che stabilità si può dare guardando a 4 articoli della Costituzione tedesca e rafforzando i poteri del premier, sulla nomina dei ministri e la sfiducia costruttiva. Per noi l’ipotesi del sindaco d’Italia è una sciocchezza, ci sarebbe un dualismo pericoloso tra premier e presidente della Repubblica”, afferma il leader Magi, dopo il confronto con il governo sulle riforme.

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