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Mixed zone, Garcia: “Se non inquadri la porta non fai gol, è giusto che Osimhen si sia innervosito nel finale”

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Mixed zone, Napoli, Garcia può sorridere per l’esordio positivo tra le mura del Maradona, la squadra vince 2-0 e soprattutto convince malgrado qualche ritardo eccessivo di condizione. Intervenuto ai microfoni di Dazn, l’allenatore degli azzurri ha però sottolineato le cose meno piacevoli.

SULLA GARA- “Abbiamo sofferto poco, non abbiamo preso gol, ma potevamo fare meglio e fare un terzo gol. Ma per fare gol serve prendere la porta e stasera solo il 20% dei tiri è andato in porta. Se non inquadri la porta non fai gol, è giusto che Osimhen si sia innervosito nel finale. Dal 30′ al 45′ abbiamo lasciato troppo la palla al Sassuolo, ma non abbiamo sofferto molto”.

SU KVARA- “Ha avuto una preparazione spezzettata, è mancato 12 giorni in allenamento e su cinque settimane ha fatto due di allenamento. Iniziare dal 1′ era complicato, ho pensato fosse giusto metterlo dopo per sfruttare la stanchezza degli avversari. È tornato, per il Napoli è una grande notizia. Deve essere in grado di aspettare il pallone sulla linea e poi puntare per l’uno contro uno, chiamare la palla al terzino per essere imprevedibile quando dribbla”.

SU RASPADORI- “Raspadori? Peccato per il palo e per il rigore. Capita ai grandi giocatori, la sfortuna ci sta. Osi gli ha lasciato il pallone, è il segno di un grande attaccante che non pensa solo a sé. Può giocare in tutti e tre i posti dietro la punta, da esterno a mezzala. Va sfruttato, sono contento di lui perché lavora tanto per la squadra”.

SU NATAN- “Ha bisogno di tempo, è arrivato da poco e deve imparare il nostro calcio e lanostra lingua. Deve mettersi dentro, lo vedo meno timido. Serve tempo. Scegliere tra Juan e Ostigard è stato complicato, ma nelle ultime partite Juan ha risposto davvero bene. È un leader di questa squadra”.

ALLA SQUADRA- “Ho detto ai miei che quando sono stanchi o hanno dubbi su quello che possono fare devono abbassare la testa e guardare il tricolore che hanno sul petto. Quello gli dimostra cosa sono capaci di fare”.

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